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Le interviste

Pnrr, la Sicilia riparte dalle aree interne. Albano e Messina: “La Regione accelera per non perdere le risorse” CLICCA PER IL VIDEO

martedì 6 Maggio 2025

Da una migliore accessibilità ai servizi sociali e sanitari alla riduzione del rischio di esclusione sociale. E’ in questi contesti che la Sicilia e le sue aree interne, spesso escluse dai grandi flussi economici e istituzionali, si trasformano in protagonisti e in un vero e proprio laboratorio per generare buone pratiche replicabili su scala nazionale.

Approvato nel 2021 nell’ambito del programma europeo Next Generation EU, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza tiene ancora oggi banco, soprattutto in vista delle prossime scadenze in vista. Se da un lato vi sono progetti che faticano a decollare, tra ritardi e basse percentuali di spesa, dall’altro alcuni hanno preso forma. Tra i Comuni che ne hanno certamente beneficiato vi sono Lercara Friddi, Montelepre, Grammichele, San Cono e Santa Domenica Vittoria ed Enna, realtà demograficamente ridotte, ma culturalmente e storicamente ricche. Alcuni fattori determinanti come il declino demografico, la carenza di servizi essenziali e la crescente povertà demografica hanno contribuito a isolare questi territori. Ed è proprio da uno dei pilastri fondamentali del Pnrr, la coesione territoriale, tema affrontato nella Misura M5C3, intitolata “Interventi speciali per la coesione territoriale”, che si è decisi di puntare. Uno strumento con cui poter ricostruire una rete di prossimità e di solidarietà nelle aree più fragili, offrendo nuove opportunità e restituendo dignità ai territori dimenticati.

Di questo se n’è parlato oggi all’Ars non solo con i sindaci e alcuni rappresentanti dei territori, ma anche con gli assessori regionali Nuccia Albano e Andrea Messina, rispettivamente alla Famiglia, alle Politiche Sociali e al Lavoro e alle Autonomie Locali. Gli esponenti della giunta Schifani hanno concordato su un punto ben preciso: il Pnrr è un’opportunità e le risorse non devono essere perse o sprecate. Molti di quelli messi in atto, al momento, sono servizi sperimentali, pionieri nei territori già citati e che serviranno all’assessorato alla Famiglia per monitorare i risultati, migliorare e incentivare la capillarità e la diffusione su tutto il territorio regionale.    

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