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I “giocatori sul campo”

Politica e calcio a Palermo: Lagalla e la partita ancora aperta

mercoledì 5 Novembre 2025

Quando guardi Palermo, ti accorgi che il gioco politico e quello calcistico si parlano. Le strade, le piazze, lo stadio Renzo Barbera diventano l’“erba verde” su cui si muovono coalizioni, alleanze, promesse e tattiche. Dal giorno dell’insediamento di Roberto Lagalla come sindaco nel giugno 2022, la giunta comunale ha dovuto giocare in un campo pieno di incognite: gestire il consenso, contenere tensioni interne, comunicare risultati e simboli. E lo stadio Barbera è diventato l’emblema dove il calcio e la politica si incontrano.

 

Roberto Lagalla

Lagalla, accademico e uomo delle istituzioni, è entrato nella sfida con una squadra costruita tra partiti e forze civiche: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, e la lista civica “Lavoriamo per Palermo” come fulcro identitario del suo progetto. Già nella prima formazione della giunta – con nomi come Carolina Varchi vicepresidente, Maurizio Carta all’urbanistica, Cannella alla cultura, Falzone al decentramento – si è visto il tentativo di bilanciare tecnici e volti civici.

La squadra ha cambiato modulo più volte: nel novembre 2023, dopo le dimissioni di Mineo e Figuccia, sono entrati Pietro Alongi e Alessandro Anello, con deleghe su ambiente, patrimonio, sport e turismo. In quella manovra, Lagalla scelse di trattenere per sé la delega al Patrimonio, segnalando quanto il dossier del Barbera fosse centrale nella partita politica.

Oggi, ogni assessore è un “giocatore sul campo”: chi cura finanze e bilancio, chi le opere stradali, chi lo sport e la cultura. Di seguito, abbiamo elencato i profili della giunta comunale che valgono come mosse tattiche, ciascuno con il suo ruolo, punti di forza e rischi. In perfetto stile “calcistico”.

 

Vicesindaco Pietro Cannella

Giampiero Cannella a Palazzo Ziino
Giampiero Cannella

Cannella, vicesindaco e assessore cultura e spettacolo, è il raccordo tra l’anima simbolica della città e l’ambito sportivo. I grandi eventi, mostre, festival valorizzano l’identità cittadina e creano platee che possono tradursi in consenso per la coalizione.

In campo politico, è chi può connettere il calcio al resto della vita cittadina: eventi aziendali negli stadi, manifestazioni culturali nei quartieri vicini, spettacoli legati al panorama sportivo. Se gestisce bene la cultura urbana integrata allo sport, può portare voti “atei” del calcio che partecipano al governo della città.

 

Assessore: Salvatore Orlando

Totò Orlando

Totò Orlando è l’attaccante infrastrutturale che corre e realizza: deleghe ai lavori pubblici, edilizia sociale, illuminazione, servizi tecnici.

Ogni strada rifatta, impianto migliorato, quartiere rinnovato è un gol agli occhi dei cittadini.

Il suo peso elettorale può crescere nei quartieri che vedono degrado: chi porta risposte concrete in zone dimenticate può segnare un voto. Ma se i lavori restano lenti o le periferie ignorate, rischia di essere attaccante che sbaglia gol facili.

 

Assessore Alessandro Anello

Alessandro Anello

Anello è l’ala destra mediatica: con deleghe a Sport, Turismo, eventi e rapporti col Consiglio, è la voce visibile della squadra. Nell’approvazione della delibera Barbera, lui ha dichiarato: “L’approvazione che ho firmato è propedeutica per avere l’opportunità di riqualificare l’impianto. La proroga, con canone di 351 mila euro, permette manutenzioni e la progettazione della concessione pluridecennale affinché il Barbera diventi stadio del terzo millennio.”

Il suo ruolo è costruire consenso emotivo attorno al calcio: garantire che lo stadio non sia solo impianto sportivo ma vetrina cittadina, elemento identitario. Se riesce a trasformare visibilità in risultati – nuove tribune, servizi, eventi collaterali – può costruire un elettorato giovane e sportivo.

 

Assessore Giuliano Forzinetti

Giuliano Forzinetti

Nella squadra è il giocatore che attacca il fronte economico: deleghe su attività produttive, mercati, SUAP, fiera e commercio. Forzinetti ha introdotto il pagamento giornaliero per l’uso del suolo pubblico itinerante, digitalizzato pratiche SUAP e avviato controlli nei mercatini abusivi.

Queste mosse sono dribbling politici: garantire ordine, legalità, flussi economici, offrire risposte ai piccoli imprenditori. Ha anche subito atti intimidatori (una corona funebre davanti agli uffici), segno che il suo ruolo è di frontiera.

Se Forzinetti riesce a coniugare legalità e sviluppo, può essere uno dei volti “attaccanti” importanti nel match elettorale: chi produce lavoro attira consenso. Se il suo operato resta percepito come simbolico, rischia di restare un attaccante che non finalizza.

 

Assessore Maurizio Carta

Maurizio Carta

Carta è il regista tecnico di alta qualità: deleghe all’urbanistica, mobilità, spazio pubblico. Senza un buon campo, non si gioca. Le sue partite sono nei progetti infrastrutturali, nei piani di rigenerazione, nei collegamenti urbano‑territoriali.

Se porta risultati visibili come nuove strade, spazi riqualificati, trasporto efficiente, allora vince terreno anche nelle periferie. Ma la mobilità e l’urbanistica sono temi tecnici: il consenso dipende anche da quanto comunica quel che fa.

 

Assessore Fabrizio Ferrandelli

Fabrizio Ferrandelli

Fabrizio Ferrandelli è entrato nella giunta Lagalla il 2 marzo 2024, assumendo deleghe strategiche su innovazione digitale, politiche sociali per la casa, servizi igienico-sanitari, comunità migranti, giovani e diritti degli animali. In termini calcistici, si colloca tra centrocampo e ala offensiva: deve orchestrare strategie complesse e trasformarle in risultati concreti per i cittadini.

Ferrandelli ha caratterizzato il suo mandato con interventi concreti e visibili sul territorio. Ha promosso iniziative per la tutela del canile municipale, campagne contro l’abusivismo delle carrozze in città e progetti per affrontare l’emergenza abitativa, cercando di garantire risposte rapide ai quartieri più vulnerabili. Queste azioni lo collocano come un “giocatore versatile”, capace di coniugare competenze tecniche con interventi diretti sul campo.

Ogni risultato tangibile rappresenta un gol politico; ogni ritardo o percezione simbolica rischia di trasformarsi in un fallo tattico. Ferrandelli è meno visibile degli attaccanti mediatici della giunta, ma resta essenziale per la coesione della squadra e la tenuta del gioco politico. La sua capacità di tradurre deleghe complesse in azioni concrete e di rispondere ai bisogni della città può essere decisiva nella prossima “stagione elettorale” di Palermo, consolidando consenso e credibilità della coalizione.

 

Assessore Brigida Alaimo

Brigida Alaimo

Nel centro avamposto della squadra, Brigida Alaimo ha assunto il ruolo di “mediano di sostanza a centrocampo economico”: deleghe su Bilancio, Tributi, patrimonio, controllo analogo sulle partecipate. È lei che manovra le risorse, stringe i cordoni della spesa e deve garantire che i conti non sforino.

Il suo obiettivo è quella di trasformare numeri e bilanci in credibilità politica: ogni avanzo o ritardo diventa un passaggio che il pubblico nota.

Se Alaimo segna bene, la squadra resiste; se sbaglia, diventa la prima pedina attaccabile. In una città come Palermo, la gestione delle risorse è un terreno di scontro elettorale: tariffe, concessioni, patrimonio immobiliare sono leve che i cittadini percepiscono come concrete.

 

Assessore Pietro Alongi

Pietro Alongi

Quando Alongi è entrato con il rimpasto, ha assunto deleghe forti su ambiente, verde urbano, manutenzioni, condono, igiene urbana. È il “centrale difensivo” del governo: se il verde viene incolto, le strade degradate, i quartieri dimenticati, lui è quello che deve intervenire. La città lo osserva nel quotidiano: spazi verdi, decoro urbano, pulizia.

È anche il valutatore diretto di molti cantieri periferici. Se riesce a portare interventi visibili nelle zone esterne, può guadagnare consenso lì dove la politica tradizionale è vulnerabile. Ma se le opere sono lente o annunciate e non realizzate, diventa un giocatore che corre ma non segna.

 

Assessore Dario Falzone

Dario Falzone

Falzone cura la struttura interna: personale, decentramento, servizi demografici, rapporti con i municipi. È il centrocampo organizzativo: garantisce che la macchina comunale funzioni, che i municipi rispondano.

Quando nei quartieri ci sono emergenze sociali o logistici, Falzone è uno dei riferimenti. La sua credibilità dipende dalla capacità di snellire procedure, ascoltare istanze municipali, trasformare richieste in atti concreti.

 

 

Assessore Aristide Tamajo

Aristide Tamajo

Aristide Tamajo ha deleghe su istruzione e edilizia scolastica. Il suo terreno è il vivaio politico: le scuole, le generazioni giovani, i genitori. E’ il difensore di esperienza che serve alla squadra.

Se riesce a valorizzare le strutture scolastiche, avviare progetti educativi visibili, collaborare con associazioni, può coltivare consenso nei quartieri familiari e nelle future generazioni. Avere una buona “linea scuola‑sport” è una potenziale mossa vincente.

 

Assessore Domenica Calabrò

Mimma Calabrò

Calabrò gestisce l’area sociale: assistenza, politiche di genere, emergenze, fragilità. È “l’ala protettiva” della squadra: chi interviene dove ci sono disagi urbani, chi cura le relazioni sociali.

In molti quartieri, è la figura che entra dove gli altri non arrivano: supporti sociali, risposte a famiglie, servizi vicini.

Se il suo intervento è percepito come reale, può guadagnare consenso fra le fasce più deboli. Se le promesse restano vuote, diventa bersaglio facile.

 

La partita Barbera: centro del campo politico

 

Il dossier più visibile è quello dello stadio Renzo Barbera. Nel 26 giugno 2025, la giunta ha approvato la delibera che rinnova la concessione d’uso del Barbera al Palermo FC per sei anni (21 dicembre 2026 – 20 dicembre 2032).

Il sindaco Lagalla e l’assessore Anello hanno sottolineato più volte che quella proroga è “fondamentale e propedeutica” per le manutenzioni e per la progettazione di una nuova convenzione pluridecennale, con l’obiettivo di uno stadio “del terzo millennio”.

 

Stadio Renzo Barbera, Palermo
Stadio Renzo Barbera

Questo “match centrale” ha collegato calcio e politica: la città ha assistito non solo al rinnovo tecnico, ma alla narrativa che vuole il Barbera non solo campo di gioco, ma “arena identitaria”.

Ma ad oggi non è tutto rose e fiori: l’AGCM ha chiesto chiarimenti sull’operato comunale, portato alla luce dubbi su affidamenti, servizi commerciali e modello di concessione. La partita è ancora aperta.

 

Comunicazione, marketing e “goal” mediatici

Nel calcio-politica, chi comunica bene vince il primo tempo. La giunta Lagalla ha puntato forte sulla presenza mediatica: inaugurazioni, post social, eventi simbolici, visite di quartiere. Anello, durante l’approvazione Barbera, ha voluto che il suo nome fosse legato all’atto come “firma forte”: questo rafforza visibilità personale e istituzionale.

Ma le critiche non sono mancate lungo il percorso: il cambio Pennino → Calabrò ha generato malumori in Forza Italia, che ha denunciato “scelte unilaterali e senza confronto”, accusando Lagalla di togliere deleghe a un assessore azzurro a favore di Ferrandelli.

Questa disputa è stata un fallo tattico: quando sposti le deleghe strategiche senza mediazione, attivi contrattacchi interni che mettono in discussione la coesione.

Comune di Palermo

Il marketing politico della giunta gioca sui simboli: il Barbera, i quartieri riqualificati, l’illuminazione di vie, le immagini di cantieri e operai. Sono “gol di immagine” continui. Ma attenzione: se le immagini restano solo annunci e non si traducono in operazioni tangibili, il consenso vacilla. Il tifoso, come l’elettore, apprezza l’azione, non solo il proclama.

La stagione amministrativa di Lagalla ha già visto mosse strategiche, cambi di giocatori, annunci mediatici e qualche contraccolpo. Il consenso nei quartieri centrali sembra più stabile; il vero problema è vincere e convincere nei quartieri periferici con fatti concreti e affrontando il delicato nodo della sicurezza e del degrado urbano e sociale.

Lo stadio Barbera resta la gara simbolica: se il Comune saprà gestire bene la convenzione, assicurare trasparenza, avviare lavori visibili, potrà usare quell’impianto come bandiera per la coalizione. Al contrario, le critiche sull’AGCM o le polemiche politiche interne possono trasformare quel “campo” in un terreno pericoloso.

Palermo calcio

La coesione della squadra – la giunta e la coalizione di centrodestra – è un fattore decisivo: se Forza Italia e gli altri partiti restano in pressing, se non si negoziano i cambi, la destabilizzazione può venire dall’interno. Il marketing politico dovrà evolvere: non annunciare troppo presto, ma “comunicare risultati in progressione”.

Le prossime mosse saranno fondamentali: chi riuscirà a segnare prima, chi reggerà la difesa delle periferie, chi saprà far convergere immagine e sostanza, potrà vincere il campionato elettorale.

E in una città come Palermo, dove calcio e politica si fondono, chi osa costruire ponti tra la passione sportiva e la governance urbana può diventare il vero allenatore che guida la squadra al trionfo.

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