Proprio mentre Messina torna ad essere centrale e protagonista con il dibattito sul Ponte inserito tra le priorità del governo, una “svista” la fa uscire di scena dalla realizzazione della Carta geologica nazionale. Almeno stando a quanto emerge da una convenzione siglata tra la Regione Siciliana e la Regione Calabria.
Già perché mentre a livello nazionale, con il decreto Ponte già approvato alla Camera, Messina viene coinvolta anche nelle opere connesse e compensative e potrà dire la sua, la città non è rappresentata nella fase di predisposizione della “Carta geologica nazionale“, paradossalmente nel “Foglio Messina-Villa San Giovanni”, uno studio geologico dell’area di 649 chilometri quadrati che sarà interessata dalla costruzione del Ponte sullo Stretto.
La convenzione è stata stipulata tra la Presidenza della Regione Siciliana, attraverso l’Autorità di bacino, e la Regione Calabria, attraverso il dipartimento Politiche della montagna, foreste, forestazione, e difesa del suolo. Ma ad essere impegnate saranno le Università di Palermo, Catania e della Calabria. All’appello manca l’Ateneo di Messina, che pure nella precedente elaborazione della Carta ha dato un notevole contributo attraverso il Dipartimento scienze della terra.
Il rettore Cuzzocrea non l’ha ovviamente presa bene e chiederà spiegazioni. Del resto appare inspiegabile come uno studio che riguarda lo Stretto di Messina, per di più indispensabile in vista della costruzione del Ponte (che sempre di Messina è), in un’area che sarà interessata da una serie di opere e cantieri, non veda coinvolta l’Università della città. Appare quantomeno bizzarro…..
La realizzazione della Carta è finanziata dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, con la somma di 650 mila euro che sarà destinata alle università di Palermo, Catania e della Calabria. Risorse che non sfioreranno la città per la quale è predisposto lo studio. “Il documento- si legge nel comunicato stampa della Regione- costituirà un elemento di estrema importanza nella fase preliminare della realizzazione del ponte, in relazione soprattutto alla situazione sismica dell’area dello Stretto. Il documento, che costituisce il completamento dello studio dopo quello denominato “Messina-Reggio Calabria” riguardante la zona attigua, esaminerà tanto l’area terrestre (164 chilometri quadrati) quanto quella marina (485 chilometri quadrati)”.
La partnership, che coinvolgerà sia i governi delle due Regioni che i poli accademici, si avvarrà, inoltre, della prestazione di rilevatori, analisti ed elaboratori di dati geofisici, informatici e grafici.
Il Rettore Cuzzocrea evidenzia l’apporto al precedente studio, quello del foglio “Messina-Reggio Calabria” e rivendica una presenza che è stata esclusa dalla convenzione. La domanda è: si è trattato di una “svista” a cui porre riparo o di una decisione volta a considerare l’Università di Messina di serie B?