Da piccolo Angelo Bonelli, insieme al papà (che è siciliano) tornava in Sicilia con il traghetto e poi prendeva il treno. Oggi il co portavoce di Europa Verdi e deputati di Alleanza Verdi Sinistra, in conferenza stampa a Torre Faro si chiede quanto tempo ancora ci voglia per coprire in treno da Messina a Trapani.
Con lui, per dire No al Ponte, c’è l’ex sindaco Renato Accorinti, i rappresentanti dei Comitati No Ponte, ed i portavoce di Europa Verde Sicilia e di Reggio Calabria.
Quanto sta accadendo secondo Bonelli è un deja vu e l’opera, oggi come ieri è irrealizzabile: “Ci troviamo di fronte ad un déjà-vu di un Governo che ha deciso di utilizzare i fondi pubblici per propaganda senza dire dove prenderà i soldi”.
Il co-portavoce nazionale di Europa Verde annuncia che si sta preparando un esposto da inviare alla Corte dei Conti. E’ stato inoltre chiesto un incontro alla Commissaria europea sui trasporti.
“Siamo in un un luogo che deve essere preservato su cu noi presenteremo nei prossimi giorni una proposta di legge per istituire un parco nazionale dello Stretto e della Costa Viola. C’è chi vuol fare credere che questa è un’opera che porterà giovamento, ma in verità lo porterà solo a chi la costruirà che si beccherà miliardi di euro degli italiani lasciando questo territorio nel deserto più totale, nel deserto degli investimenti. Dal punto di vista tecnico non esiste da nessuna parte del mondo un ponte a campata unica in cui passa la ferrovia lungo 3600 metri. L’unico è un ponte in Giappone dove i giapponesi da tempo hanno sviluppato tecnologie molto avanzate sulla sismicità. Qui però hanno tolto la ferrovia perché c’erano problemi tecnici irrisolti”.
Bonelli lancia un appello alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e al presidente del M5S Giuseppe Conte per fare fronte comune contro l’opera e chiedere invece investimenti per le infrastrutture ferroviarie, gli acquedotti, il dissesto
“Il decreto approvato – ha detto Bonelli – stanzia 340 milioni di euro che servono per la propaganda di Salvini e invece lascia la Sicilia e la Calabria in una situazione di ritardo infrastrutturale sotto tanti punti di vista”.