Da qualche tempo è tornata in auge la vicenda della costruzione del mitico Ponte sullo stretto di Messina, sotto la spinta degli aiuti economici del Recovery Fund, e partendo dalla centralità che hanno rivestito il porto e lo stretto di mare di quella Città.
La questione ha alimentato non solo il dibattito tra tecnici, geologi e ingegneri esperti, i quali hanno promosso come soluzione più idonea in termini di convenienza tecnico-economica quella del ponte sospeso ad unica campata (di 3.300 metri), ma anche la querelle politica per l’individuazione di un attraversamento stabile, stradale e ferroviario, tra la Sicilia, la Calabria e il resto d’Europa.
La realizzazione dell’opera contribuirebbe ad ammodernare e a potenziare la rete infrastrutturale siciliana, senza trascurare i relativi benefici che l’iniziativa progettuale del ponte del Mediterraneo apporterebbe per la popolazione del Mezzogiorno d’Italia , svantaggiata anche a causa dell’inaccettabile gap infrastrutturale tra Sud e Nord del Paese e che, di fatto, allontana l’Isola dal resto dello stivale.
Giancarlo Cancelleri, Sottosegretario di Stato al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili nel governo Draghi, non ne fa una questione di fattibilità tecnica, non entrando nel merito dei differenti punti di vista della discussione scientifica sulla praticità o meno di realizzare nel contesto dello stretto di Messina un’opera di tali dimensioni mastodontiche, bensì di opportunità economica per la Sicilia, che uscirebbe dalla sua storica marginalità, e per tutte le regioni del Meridione.
E la Sicilia si pone, per la sua posizione geografica, come terra di unione e come piattaforma logistica culturale e, soprattutto, commerciale, ma Cancelleri spiega bene che “Non ci sono posti dove possa nascere ed espandersi la cultura del commercio se le infrastrutture non esistono, non diventano il punto focale per cominciare a costruire davvero qualcosa di importante”.
Investire nella realizzazione di infrastrutture che consentano un attraversamento stabile di merci , puntando sulla grande mobilità sostenibile, significherebbe offrire uno slancio economico senza precedenti al sistema produttivo italiano e soprattutto al Sud Italia, se si pensa, in particolare, al diffondersi a livello globale dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus, capace di piegare le economie più solide delle grandi nazioni.
“Sostengo già da tempo che non è più rinviabile la discussione dell’attraversamento stabile sullo stretto. Non sono tifoso di alcuna ipotesi in campo, stiamo affrontando al Ministero un ragionamento di natura tecnica insieme al presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, al coordinatore della struttura tecnica di missione, a luminari di ingegneria, poi la politica prenderà la sua decisione. Però non cadiamo nell’errore che se non si creano le infrastrutture con il Recovery Plan, non si faranno mai più. Non è l’unico strumento ma è il prossimo strumento. La sfida la dobbiamo ingaggiare per i prossimi dieci anni, servirà un grande porto hub commerciale del Mediterraneo”
“Noi, oggi, viviamo il paradosso- continua il sottosegretario Cancelleri– , navi che passano da Suez, che è un canale artificiale costruito dall’uomo, e quindi una infrastruttura, passano davanti al canale di Sicilia, salutano la nostra Sicilia, poi tutta la nostra Italia, e si dirigono verso i porti del Nord Europa, completando un percorso di circa 10 giorni di navigazione, raggiungendo Rotterdam ed Amburgo, facendo la fortuna di popoli che non hanno alcun affaccio sul Mediterraneo, ma che di fatto lo sfruttano come luogo di passaggio. Quindi noi dobbiamo strutturarci per i passaggi commerciali qui al Meridione”.
E se parliamo di infrastrutture sostenibili, anche i porti di Palermo, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle possono diventare centrali in un sistema strategico per il commercio, come ha sottolineato Cancelleri “In Sicilia stiamo lavorando tanto, anche insieme al presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale, Pasqualino Monti, soddisfatto da cittadino siciliano nel vedere come denari pubblici vengano spesi con grande correttezza e visione di quello che può diventare quel porto e questa terra in termini di futuro. E allora saremo lì, con il porto turistico di Palermo, con il porto di Termini Imerese sul quale si stanno affrontando questioni per farlo diventare un porto commerciale, e il porto di Porto Empedocle deve diventare il bacino naturale per le navi”
“Dobbiamo vivere una grande stagione d’oro di infrastrutture che nascono. Dobbiamo invertire quel paradigma per cui il Nord produce e il Sud arranca. Noi non vogliamo essere un peso abbiamo una dignità come popolo. Dobbiamo essere presenti- conclude Cancelleri- all’appuntamento di quella che è la colonizzazione commerciale, facendo diventare la Sicilia il centro del Mediterraneo commerciale”.