Dopo 70 anni la completa verità sulla strage di Portella della Ginestra, che provocò 12 morti e 27 feriti, “non è stata ancora raggiunta, specialmente su chi quella strage ha ordinato”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, che ha partecipato a Palermo a un convegno sull’eccidio compiuto dalla banda di Salvatore Giuliano tra i contadini che partecipavano alla festa del lavoro.
Al convegno, organizzato dall’Istituto Gramsci siciliano, partecipano storici e studiosi per la rilettura di una delle pagine più oscure del dopoguerra italiano. “Ricordare – ha detto Grasso – è importante. La mia frequentazione dei fatti di mafia e delle stragi siciliane mi fa dire che non sempre non c’è una causale unica ma causali che si sommano. Difficile per questo avere tutta la verità. Ma l’idea della verità e l’impegno a cercarla ci fanno dormire serenamente”.
Grasso ha poi ricordato che ci sono direttive della Presidenza del Consiglio sulla rimozione del segreto di Stato e decisioni della Commissione parlamentare antimafia perché tutti gli atti finora raccolti sui fatti di Portella vengano resi pubblici. “L’Antimafia – ha detto – ha deliberato di pubblicare gli atti acquisiti a partire dal 1998. Quelli di prima sono già resi pubblici. Ma ci sono ancora molte zone d’ombra da esplorare. Bisogna – ha concluso – che chi sa qualcosa metta a disposizione la propria conoscenza. Si deve pensare non solo agli archivi di Stato ma anche a quelli dei singoli ministeri. Su questa ricerca ci sono stati proficui contatti con la presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi“.