“Quando sono arrivato a Palermo la situazione era abbastanza disastrosa, c’erano due infrastrutture come Palermo e Termini che avevano due autorità e con la riforma si è allargata a Trapani e Porto Empedocle. Ho trovato 39 persone abbastanza sfiduciate che portavano avanti una macchina di due infrastrutture che avrebbero dovuto essere inserite in una rete core. A Palermo il sequestro di moltissime banchine e una carenza infrastrutturale con mancati dragaggi che impediva di ospitare naviglio di ultima generazione”.
Lo ha detto il presidente dell’autorità portuale Pasqualino Monti durante l’audizione informale alla camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame della proposta di nomina a presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale. Non migliore la situazione di Termini Imerese “una landa desolata”, l’ha definita Monti che ha illustrato così il lavoro fatto alla guida dell’Autorità portuale nella quale si è insediato quattro anni fa.
“Troppo si era lasciato a terra – ha aggiunto Monti – abbiamo messo in campo una azione importante, avevamo 150 milioni di euro in opere bloccate. Adesso siamo in 81 e abbiamo collaudato opere per 298 milioni di euro negli ultimi quattro anni e abbiamo in cantiere ulteriori 200. Sono stato nominato commissario per lavori da 155 milioni di euro dall’attuale Governo e abbiamo in cantiere altri 197 milioni attraverso il Pnrr”.
Monti ha poi spiegato le motivazioni della sua candidatura ancora alla guida dell’autorità portuale della Sicilia occidentale. “Ho presentato la mia ricandidatura per chiudere le cose messe in campo – ha concluso – e perché oggettivamente nel corso di questi quattro anni di esperienza, all’inizio molto molto duri, si è creato un feeling con le istituzioni e con coloro i quali lavorano nei quattro scali. Ho presentato la mia candidatura perché sono appassionato di quello che faccio”.
“Manca un porto hub in Sicilia che possa sviluppare un rapporto con l’allargamento del Canale di Suez che è la più grande opera fatta nel Mediterraneo. E il Ponte sullo Stretto ha una imponente rilevanza per la Sicilia se – e soltanto se -è collegato a una ricucitura in termini di dialogo tra le diverse modalità di trasporto in Sicilia”. Lo ha detto il presidente dell’autorità portuale Pasqualino Monti, durante l’audizione informale alla Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame della proposta di nomina a presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale.
“Impensabile – ha concluso – che per arrivare da Palermo a Trapani ci vogliano quattro ore di treno e che per spostare merci da Palermo a Porto Empedocle possano essere necessarie dieci ore”.