“Il 21 dicembre annunceremo l’ottenimento del finanziamento di 81 milioni e l’inizio dei lavori per il rifacimento del bacino di carenaggio di 150 mila tonnellate al Porto di Palermo”. Lo ha detto Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale nel suo intervento di chiusura al convegno sulla “Giornata della Trasparenza”, organizzato dalla stessa Autorità portuale presso il Palermo Cruise Terminal.
Il presidente, che è anche commissario dell’opera, ha raccontato che sono stati necessari norme presentate in Parlamento per poter modificare lo stanziamento, visto che i soldi venivano spalmati in 15 anni, mentre i lavori sarebbero durati quatto anni. “Per le modifiche del finanziamento – ha concluso – la burocrazia dei ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture ha impiegato un anno e mezzo. Adesso, finalmente, con questo governo la situazione si è sbloccata e il 21 dicembre faremo l’annuncio dell’inizio dei lavori”.
“Questo è un paese che ha un codice degli appalti che sembra essere stato scritto nel Medioevo”. Ha dichiarato Pasqualino Monti. “Questo codice è vecchio, antico e stantio. E’ fatto per non fare le cose. Ci si nasconde dietro alla paura della corruzione e, in realtà, non si fa altro che stratificare ancor di più in termini burocratici ciò che già è troppo complicato, ottenendo il risultato opposto. Dal 2015 – ha concluso il presidente dell’autorità portuale – chiedo norme più semplici, per togliere tutte le incrostazioni all’interno dei codici, che, come sono adesso, non ci consentono di operare in maniera tranquilla”.
“La politica la deve smettere di ‘fare carezze’ alle correnti della magistratura, da un lato, e dall’altro alla burocrazia che lei stessa ha fatto nascere”. Lo ha detto Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale, nel suo intervento al convegno la “Giornata della Trasparenza”, a Palermo. Incalzato dal giornalista Andrea Giambruno, che ha moderato l’evento, a proposito delle amministrazioni pubbliche che non portano avanti le opere per paura della corruzione, Monti ha detto che “la politica deve cominciare a fare il proprio mestiere. Per far questo ha bisogno di dare dei segnali molto forti al nostro Paese. Mi auguro che l’attuale governo riesca a farlo. C’è bisogno di un impatto molto forte nei confronti di coloro che hanno stratificato il loro potere nei gangli della pubblica amministrazione – ha continuato il presidente – Chi fa il mio mestiere sa che tutti i giorni deve combattere con l’autorizzazione, con il singolo funzionario, con l’assessore che deve chiamare i dipendenti del suo ufficio, convito che l’indomani si concretizzi l’autorizzazione”.
“I burocrati – ha concluso Monti – fanno passare mesi, anni d’attesa. Quando la politica saprà riappropriarsi del proprio ruolo d’indirizzo e trasformarlo in fatti, allora saremo di fronte a una vera rivoluzione culturale”.