“L’Asp di Messina non ha pagato un debito di soli 1.350 euro nei confronti di 4 dipendenti, e adesso rischia pure di far lievitare vertiginosamente l’importo. Si tratta di somme rivendicate da 4 infermieri per un progetto svolto nel 2013: per questo debito ci sono persino i decreti ingiuntivi del tribunale. Ma niente, l’Azienda sanitaria non vuole saperne e ha fatto ricorso: scatterà così un processo ordinario con spese legali sicuramente maggiori in caso di sconfitta”.
A rivelare quanto sta accadendo è il Nursind di Messina, il sindacato delle professioni infermieristiche guidato da Ivan Alonge, che ha ritenuto giusto trasmettere tutti gli atti alla Corte dei Conti, al Ministero e all’Assessorato della Salute per informarli su quanto che sta accadendo.
La vicenda risale al 2013 quando l’Asp di Messina varò un progetto per la tutela della salute delle popolazioni in aree a rischio ambientale, in collaborazione con l’Università di Messina. All’iniziativa presero parte alcuni infermieri in servizio presso l’ospedale di Milazzo. Per le prestazioni svolte i quattro avrebbero dovuto ricevere in totale 1.350 euro: A. G. 300 euro, C. Z. 400, S. G. M. 300 euro e infine D. C. P. 350 euro.
A distanza di quattro anni però l’Asp non ha pagato e i lavoratori si sono rivolti al Nursind di Messina. Il sindacato ha incaricato l’avvocato Francesca Ferro che ha presentato istanza al Tribunale del lavoro di Barcellona. Il giudice del lavoro, Valeria Todaro, ha accolto le richieste e con quattro decreti ingiuntivi ha invitato l’azienda al pagamento delle quote. L’Asp di Messina però ha deciso di impugnare i provvedimenti.
“L’inspiegabile decisione di opporsi ai decreti ingiuntivi – afferma Alonge – con conseguente apertura di quattro onerosi ricorsi ordinari senza neanche considerare vie transattive, potrebbe significare un utilizzo improprio ed evitabile di denaro pubblico. Appaiono tra l’altro infondate le motivazioni delle opposizioni, visto che è obbligo dell’azienda corrispondere quanto dovuto per l’attività professionale espletata dei propri dipendenti. In generale, crediamo che sarebbe comunque da verificare il numero dei contenziosi prodotti dall’Asp di Messina, anche alla luce del numero di auto-tutele poste in atto”. Il Nursind ha quindi chiesto alla magistratura contabile “di disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti, valutando gli eventuali profili di illiceità anche penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti”.