L’ufficio Statistica del Comune ha reso noti i dati definitivi dei prezzi al consumo a Palermo nel mese di febbraio 2024. L’indice non ha fatto registrare alcuna variazione congiunturale (+0,5% il mese precedente). Rispetto a febbraio 2023 la variazione tendenziale è pari a +0,3% (+0,7% il mese precedente).
Aumentano trasporti e bevande, in diminuizione alla voce abitazione, acqua, elettricità e combustibili.
I DATI
Indice prezzi al consumo
• A Palermo l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC) nel mese di gennaio non ha fatto registrare alcuna variazione congiunturale (+0,5% il mese precedente).
• Rispetto a febbraio 2023 la variazione tendenziale è pari a +0,3% (+0,7% il mese precedente).
• L’indice dei prezzi al consumo relativo ai beni ha fatto registrare una variazione tendenziale pari a -0,8% (-0,2% il mese precedente); l’indice relativo ai servizi ha fatto registrare una variazione annua pari a +2,3% (+2,4% il mese precedente).
Le divisioni di spesa
Rispetto al mese precedente, cinque divisioni mostrano una variazione in aumento. Gli incrementi più elevati si registrano nelle divisioni di spesa: “Bevande alcoliche e tabacchi” (+1,7%) e “Trasporti” (+1,3%).
Cinque divisioni sono in diminuzione. La diminuzione maggiore si è registrata nella divisione “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-1,6%). Due divisioni non hanno fatto registrare alcuna variaione congiunturale.
Passando alle variazioni rispetto al 2023, l’aumento più elevato si è registrato nella divisione: “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+4,5%), seguita dalla divisione “Bevande alcoliche e tabacchi” (+3,1%).
Tre divisioni sono in diminuzione. La diminuzione maggiore si è registrata nella divisione “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-12,8%).
Prezzi per tipologia di prodotto e frequenza di acquisto
Alla voce beni e servizi si è registrata una variazione tendenziale pari a -0,8% (-0,2% il mese precedente). Da rilevare, fra i beni, una diminuzione del 17,6% dei beni energetici e un aumento del 4,4% dei beni alimentari. I servizi hanno fatto registrare una variazione tendenziale pari a +2,3% (+2,4% il mese precedente). Da rilevare, fra i servizi, un aumento del 2,2% dei servizi relativi ai trasporti.
L’inflazione di fondo (core inflation), ovvero al netto dei beni energetici e dei prodotti alimentari freschi, ha fatto registrare un incremento del 2,1% (+2,7% il mese precedente). L’indice dei prezzi al consumo al netto dei soli prodotti energetici ha fatto registrare una variazione pari a +2,4% (+3,2% il mese precedente).
I prodotti ad alta frequenza di acquisto hanno fatto registrare una variazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente pari a +2,7% (+3,6% il mese precedente). I prodotti a media frequenza di acquisto una variazione rispetto all’anno precedente pari a -3,0% (-3,1% il mese precedente), mentre quelli a bassa frequenza di acquisto hanno fatto registrare un aumento dell’1,3% (+1,7% il mese precedente).
Passando alle variazioni congiunturali, si è registrato un aumento dello 0,4% fra i prodotti ad alta frequenza di acquisto, una diminuzione dello 0,6% fra i prodotti a media frequenza di acquisto e un aumento dello 0,1% fra i prodotti a bassa frequenza di acquisto.
Il confronto Palermo – Italia
In base all’andamento registrato a Palermo a confronto con quello registrato a livello nazionale, nei 24 mesi in esame, nel capoluogo siciliano il tasso d’inflazione, pari a +6,9% a febbraio 2022, ha seguito un trend decisamente crescente (iniziato già nei mesi precedenti, che ha portato il tasso d’inflazione a superare il 7% a marzo 2022, il 10% ad
agosto e a sfiorare il 15% a ottobre.
Nei mesi successivi, sia a Palermo che a livello nazionale, si è registrato un sensibile rallentamento dell’inflazione.
I valori degli ultimi mesi del 2023, in sensibile diminuzione rispetto ai mesi precedenti, risentono del confronto con i corrispondenti mesi del 2022, in cui si era raggiunto il picco dell’inflazione.
A gennaio 2024 si è registrato un rimbalzo, a causa principalemte dello sfavorevole confronto con gennaio 2023 e del permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, tensioni che sembrano essersi affievolite a febbraio.
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