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La sesta giornata

Primo stop per il Palermo, il Cosenza acciuffa i tre punti nel recupero: salta il record di vittorie

venerdì 22 Settembre 2023

Nessuna conferma e nessun record di vittorie. Sotto il cielo stellato del Renzo Barbera, il Palermo delude i 26.007 tifosi accorsi allo stadio e incassa la prima sconfitta stagionale contro il Cosenza, piegandosi 0-1. Questa volta non sono serviti neanche gli assi nella manica provenienti dalla panchina.

Squadra che vince non si cambia e così Corini conferma in blocco l’undici titolare. Se la scelta si era rivelata giusta ad Ascoli, la stessa cosa non si può affermare in questa giornata. A regnare non è il bel gioco ma l’equilibrio, spezzato solo al 91esimo dalla rete mozzafiato di Canotto, capace di piazzare la sfera sotto l’incrocio dei pali con un destro a giro. Imprendibile per Pigliacelli.

A destare maggiore preoccupazione sono le piccole défaillance in difesa. Non a caso l’occasione più ghiotta nei primi 45 minuti è causata da una voragine in area. Pigliacelli si è rivelato attento e puntuale intervenendo su un rigore in movimento calciato da Forte, bravo a inserirsi e approfittare dell’imprecisione dei rosa. La scena si ripete al 67esimo. Questa volta a graziare i siciliani è il palo centrato in pieno da Mazzocchi. Come prevedibile l’attacco calabrese non ha deluso le aspettative. Tutino e Marras non avranno avuto chiare occasioni da gol ma con i compagni di reparto hanno dato, fino all’ultimo respiro, filo da torcere alla compagine di Corini. Anche entrambe le fasce oggi non hanno brillato e sono state fonte di errori che avrebbero potuto costare caro. Il più spento è apparso Aurelio, soprattutto in fase di copertura. Non a caso il tecnico rosanero ha optato per il cambio immediato all’inizio del secondo tempo, gettando così nella mischia Lund.

Arrugginito e rovinoso il centrocampo: superficiale e imprecisa la prestazione di Stulac, poco incisiva quella di Henderson. Gomes e Vasic, subentrati nel corso del secondo tempo, riescono a dettare maggiore equilibrio ma non a incidere come probabilmente avrebbe pensato il mister di Bagnolo Mella. Unico superstite è Segre. Il numero 8 si conferma un mastino in mezzo al campo, rincorre e recupera ogni pallone, concedendosi più di qualche cavalcata fulminante che ha bruciano gli avversari sul tempo. All’ex Torino va sicuramente il riconoscimento di migliore in campo.

Il club di viale del Fante è reattivo in ripartenza ma pecca di concretezza. Tanti cross, sia da sinistra sia da destra, hanno più volte attraversato l’area dei calabresi non trovando però mai il calibro esatto. Anche provare in tiro dalla distanza è stato una sfida ardua. Gran parte del merito va Caserta. I rossoblù sono arrivati nel capoluogo siciliano sfoggiando un buon assetto tattico, mantenendo una concentrazione tale da contenere egregiamente i rosa.

Se Di Mariano continua a non brillare, confermando lo scarso operato di Ascoli, a mettere a dura prova la corazzata cosentina ci ha pensato però Di Francesco. Il suo ritorno al Barbera, dopo il gol all’esordio, si è distinto per corsa, grinta e tanto tecnica. Dopo alcuni tentativi, il figlio d’arte è arrivato anche faccia a faccia con Micai, imbastendo l’azione in contropiede con Brunori. Il capitano nell’arco dei 90 minuti ha solo una chance, sprecata malamente tra le braccia dell’ex portiere rosanero. La sua prestazione, aldilà del gol, è insufficiente. Gli ingressi di Insigne e Mancuso non riescono a portare quel plus necessario per stravolgere le sorti del match.

Un risultato amaro ma onesto e che servirà al club di viale del Fante per ritornare con i piedi per terra. La Serie B è un campionato che necessita pazienza e dedizione.

 

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