Le elezioni 2012 di Alcamo approderanno dinanzi la Corte d’Appello di Palermo. E’ il processo per voto di scambio che diede il via ad un terremoto politico giudiziario nell’intera provincia trapanese. Pagine di storia recente che hanno disvelato un meccanismo di raccolta del voto perverso e capillare. Imputati eccellenti per il territorio, a partire dall’allora senatore Nino Papania (Pd) che nel gennaio 2013 fu dichiarato impresentabile assieme a Mirello Crisafulli e Francesco Caputo. Assieme a lui altre quattro persone: Massimiliano Ciccia, Giuseppe Bambina, Filippo Renda e Giuseppe Galbo. La sentenza di primo grado fu emessa dal gup del tribunale di Trapani, Lucia Fontana: tutti condannati. Otto mesi per Papania e Ciccia (con sospensione del diritto elettorale e da tutti i pubblici uffici) e quattro mesi per gli altri tre.
La sentenza nell’immediato aveva lasciato perplessi sia i magistrati che l’ex senatore Papania. “Sono stato assolto dall’accusa di associazione a delinquere – disse uscendo dall’aula di giustizia – e condannato stranamente per un reato che non mi era stato contestato in precedenza. Confido nel fatto che il giudice superiore sappia meglio definire la questione”. A richiedere il processo d’Appello, che avrà inizio il 20 settembre (ad occuparsene sarà la prima sezione) erano stati dunque sia i condannati che i pm Franco Belvisi e Anna Trinchillo che contestavano il mancato riconoscimento del reato di “associazione a delinquere” per Bambina, Renda e Galbo e del “concorso esterno in associazione a delinquere” per Papania e Ciccia.
L’indagine – condotta dai carabinieri di Alcamo e coordinata dal pm Rossana Penna, della Procura di Trapani – era nata in seguito ad un attentato incendiario subito dal senatore Nino Papania. All’epoca dei fatti Papania non era intercettabile – in virtù delle cariche parlamentari – ma le intercettazioni telefoniche ed ambientali ricostruirono un sistema ben articolato, composto da leader e gregari. Al termine delle votazioni ad essere eletto fu proprio il candidato Sebastiano Bonventre, sostenuto dal gruppo di Papania. Dell’ex sindaco alcamese in settimana se ne è occupata l’operazione “Freezer” della Squadra Mobile di Trapani e della Dia che hanno documentato avvertimenti e minacce rivolte a Bonventre da Salvatore Giacalone, uno degli arrestati del blitz che ha condotto in carcere il boss Ignazio Melodia. Bonventre si dimise nel giugno 2015 dopo la rivelazione del suo ruolo di Gran Maestro di una loggia massonica. Sulle amministrative di Alcamo del 2012 – al momento – sono in corso altri due procedimenti. Il primo, dinanzi al giudice Franco Messina, vede imputate otto persone tra cui l’ex senatore Papania, il secondo affidato al giudice Piero Grillo, in cui sono imputati l’ex consigliere comunale Antonio Nicolosi e Giuseppe Milana, entrambi accusati di “voto di scambio”. E l’affaire continua.