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Processo “Open Arms”, Salvini a Palermo: rinvio al 21 aprile

venerdì 24 Marzo 2023

Si sta svolgendo in queste ore a Palermo l’udienza del processo Open Arms dove è imputato, per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno al momento del fatto.

Open Arms

09:30 – Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, è arrivato nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, dove si tiene una nuova udienza del processo Open Arms. L’allora ministro dell’Interno è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per il caso della nave dell’Ong spagnola che nell’agosto 2019, dopo avere salvato 147 migranti, rimase in mare per 19 giorni a causa di un divieto di sbarco al porto di Lampedusa.

Salvini, attuale Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, è accompagnato dalla sua legale, l’avvocato Giulia Bongiorno. Sono attese le testimonianze di Oscar Camps, Stefano Oliva, Andrea Pellegrino, Maurizio Palmese, consulente della difesa, Massimo Finelli, consulente della difesa, Renato Magazzù, consulente del pm, Dario Megna, consulente del pm, Vittorio Alessandro, consulente di parte civile.

10:08 – “Da questo processo mi aspetto una sola cosa, giustizia”. Così il fondatore e armatore della Open Arms, Oscar Camps, testimone nel processo, in corso nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo, in cui è imputato il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini. “Mi aspetto anche che finisca una volta per tutte questo disprezzo per la vita a cui stiamo assistendoaggiunge Camps -. E’ cambiato l’atteggiamento della Guardia costiera e sembra che le Ong siano diventate il grande nemico dell’Italia e che siamo responsabili di tutti i problemi del Paese”.

12:22 – Per quasi 17 ore il sommergibile “Venuti” della Marina militare ha avvistato e tenuto sotto osservazione senza intervenire la nave ong Open Arms che l’1 agosto 2019 salvò nel Mediterraneo 147 migranti e attese 15 giorni prima di attraccare a Lampedusa. Lo ha detto il comandante del sommergibile, il capitano di corvetta Stefano Oliva, che ha deposto nel processo a carico di Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, oggi presente in aula, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Il “Venuti” in servizio di pattugliamento non intervenne ma riprese con il periscopio e il sonar una delle operazioni di soccorso e di trasbordo da parte dell’Open Arms. A causa del mancato intervento del sommergibile è stato presentato ora un esposto alla Procura di Roma e alla Procura militare per omissione di atti d’ufficio (ne ha dato notizia il legale di Open Arm, Arturo Salerni) nei confronti dell’intero equipaggio del “Venuti”: 35 militari.

Nella zona era stata avvistata anche una motovedetta libica che si avvicinò alla barca dei migranti senza intervenire. Su domanda del pm Gery Ferrara, il capitano Oliva ha detto che la sua relazione è stata inoltrata alla centrale operativa dei sommergibili e agli “altri organi competenti” tra cui la magistratura. Ma non sa quali soggetti della linea gerarchica siano stati informati. La pubblica accusa e le parti civili cercavano di capire se nella linea gerarchica ci fosse anche il ministro Salvini. Le parti civili hanno poi fatto proiettare in aula un video di una tv spagnola che riprende la barca dei migranti con uno squarcio nella prua, circostanza che avrebbe indicato una condizione di pericolo. Ma il comandante Oliva ha riferito di non avere visto lo squarcio né di averlo registrato. Dall’esame delle immagini non è in grado di capire se lo squarcio costituisse un pericolo.

14:13 –Dalle informazioni ricevute non emergeva alcun segnale di pericolo“. Lo ha detto più volte il capitano di vascello Andrea Pellegrino, ufficiale della Marina militare, sentito come teste al processo Open Arms in cui è imputato il ministro Matteo Salvini. Pellegrino ha spiegato così la ragione per cui nell’agosto 2019 il sottomarino “Venuti” osservò e registrò le operazioni di salvataggio di un gruppo di migranti da parte della nave ong spagnola ma non intervenne. Sull’operazione l’ufficiale aveva presentato a suo tempo una relazione sulla quale è stato chiamato ora a dare chiarimenti. Il punto centrale della sua deposizione ha riguardato l’eventuale condizione di pericolo del ‘barchino’ dei migranti che avrebbe richiesto un intervento di salvataggio. Pellegrino ha sostenuto che questa esigenza non è stata avvertita perché l’imbarcazione aveva un assetto normale e una apparente buona navigabilità. Un passaggio della relazione di Pellegrino ha poi provocato un serrato confronto tra la difesa e le parti civili. L’ufficiale ha descritto i movimenti della Open Arms che all’improvviso avrebbe cambiato rotta. E questo ha alimentato l’ipotesi, solo l’ipotesi, che la nave potesse recarsi a un appuntamento con gli scafisti. Ma è un aspetto del caso sul quale, ha detto, non si hanno certezze.

15:02 – “Un barchino lungo meno di 12 metri con 55 migranti ammassati a bordo (quattro volte più del normale) e in “condizioni critiche di sicurezza”. Questo era lo stato della barca soccorsa dalla nave Open Arms, che l’1 agosto 2019 raccolse in mare 147 persone. Lo hanno descritto, prima con una lunga relazione e ora con la deposizione in aula nel processo a carico di Matteo Salvini, due consulenti tecnici della procura: Renato Magazzù e Dario Megna. A loro giudizio, quella barca in “navigazione in alto mare”, priva di ogni standard di sicurezza ed esposta al rischio dello spostamento del carico umano, presentava condizioni di grande precarietà di galleggiamento. La mera galleggiabilità del ‘barchino’, rilevato dal sommergibile “Venuti” che osservò ogni operazione ma non intervenne, non basta a escludere la sussistenza di pericoli.

16:06 – Sulla stessa linea si è mosso il consulente tecnico delle parti civili, Vittorio Alessandro, ammiraglio in congedo della Guardia costiera, che ha avuto lo stesso incarico nel processo per il naufragio del 2013 con 368 morti a Lampedusa. Nelle condizioni del ‘barchino’ dei migranti soccorsi da Open Arms si poteva intravedere, a suo giudizio, un “pericolo non solo ipotetico”. Come comandante di vari porti italiani, Alessandro ha detto che in nessun caso avrebbe autorizzato una imbarcazione a salpare per un viaggio così rischioso. Era quindi necessario, ha concluso, un “soccorso urgente”. Lo avrebbero richiesto anche le norme internazionali, richiamate da un altro consulente delle parti civili, Alessandro Carmeni, ex ufficiale della Marina militare.

18:19 – Non un salvataggio casuale, durante un’attività di ricerca e soccorso di migranti nel Mediterraneo, ma un’operazione di appoggio alle strategie dei trafficanti di esseri umani. È la tesi introdotta dalla difesa di Matteo Salvini nel processo per il caso della Open Arms attraverso l’audizione di due consulenti, Maurizio Palmesi e Massimo Finelli, ex ufficiali della Marina militare. Palmesi e Cinelli hanno ricostruito minuziosamente i movimenti del ‘barchino’ dei migranti e quelli dell’Open Arms. Il lavoro si è basato sulle chiamate di Alarm Phone, la prima a segnalare le difficoltà dell’imbarcazione, i rilevamenti aerei, le conversazioni registrate, le annotazioni del diario di bordo e le immagini acquisite dal sommergibile “Devoti”. I consulenti della difesa, in un serrato confronto con le parti civili, hanno rilevato varie discordanze tra la loro ricostruzione, anche cronologica, e quella offerta dalla nave spagnola che a mezzogiorno dell’1 agosto 2019 avrebbe ‘scoperto’ la barca dei migranti a 70 miglia dalla costa libica. A giudizio dei consulenti, la individuazione non sarebbe stata casuale ma sarebbe stata guidata da informazioni arrivate a Open Arms da fonti non identificate. Il sospetto è che la nave ong, con improvvisi cambi di rotta e altre manovre apparentemente incongrue, si sarebbe prestata a dare appoggio ai trafficanti. Secondo Palmesi e Cinelli, il ‘barchino’ non era in imminente pericolo, come hanno sostenuto invece i consulenti delle parti civili, e quindi non era necessario un intervento urgente. In ogni caso la nave spagnola avrebbe dovuto aspettare le disposizioni delle autorità italiane e l’intervento di un pattugliatore libico che però è arrivato due ore dopo l’inizio del trasbordo.

18:28 – Al processo Open Arms, nel quale è imputato il ministro Matteo Salvini, è saltata l’audizione di Oscar Camps, armatore della nave spagnola. Il rinvio è stato deciso dal presidente Roberto Murgia per i tempi lunghi dell’udienza di oggi. Il processo è stato rinviato al 21 aprile quando saranno sentiti, con Camps, il primo ufficiale della nave, il medico di bordo e altri componenti dell’equipaggio.

18:33 – “Dopo l’udienza di oggi credo stia emergendo tutto con estrema chiarezza”. Così Matteo Salvini a conclusione dell’udienza del processo Open Arms in cui e’ imputato per sequestro di persona a rifiuto di atti d’ufficio. Rivolgendosi ai due consulenti della difesa ascoltati in udienza, Salvini ha aggiunto: “Complimenti, avete fatto un buon lavoro”.

19:00 – Conclusa l’udienza del processo OpenArms: Matteo Salvini ha lasciato l’aula bunker dell’Ucciardone. Lo si apprende da una nota dela Lega. “C’è grande soddisfazione perché sottolineano fonti della difesa del Ministroi consulenti dei legali di Salvini hanno documentato con grande precisione come dietro il barcone vi fossero i trafficanti. Non solo. Sono emerse le molte ambiguità di OpenArms a partire dalle false notizie sulle condizioni del natante con a bordo gli immigrati: non imbarcava acqua e lo scafo non era danneggiato”.

La prossima udienza si terrà il 21 aprile con alcuni testimoni della Open Arms

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