Da oggi, 30 settembre, dovrebbe diventare operativo il Profilo Sanitario Sintetico (PSS o Patient Summary), il dossier digitale che riunisce i dati clinici essenziali del paziente. A redigerlo i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Tuttavia, molte Regioni sono ancora in ritardo nell’attuazione del sistema. Alcune stentano ad adeguare infrastrutture, software e procedure interne.
La Sicilia è fra le regioni che si stanno mostrando più attive nel percorso digitale sanitario. Il portale regionale dedica una sezione al nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) con moduli, consensi e informazioni sui contenuti previsti. Inoltre, nella Regione è prevista la possibilità, tramite strumenti informatici (es. Millewin), di generare e inviare il Profilo Sanitario Sintetico direttamente nel FSE regionale.
Il percorso formativo è già avviato. L’Ordine dei medici di Palermo ha promosso una FAD per i formatori di tutta l’Isola. Saranno loro a trasmettere le competenze a medici di base e pediatri. Ma, senza una chiara definizione dei contratti e dei compensi, resta difficile prevedere quando e con quale impegno i medici aderiranno all’inserimento dei dati. In effetti, saranno proprio i MMG e i PLS a dover alimentare quotidianamente il sistema nei tempi stabiliti, ma le associazioni di categoria avvertono che senza quadro contrattuale non è realistico attendersi che lo facciano.
In Sicilia, come in altre regioni italiane, la riuscita del PSS dipenderà non solo dalla buona volontà dei clinici, ma anche dalla capacità dell’amministrazione regionale di garantire interoperabilità dei sistemi e l’aggancio al nuovo Ecosistema dei Dati Sanitari. Senza queste fondamenta tecniche, il PSS rischia di restare uno strumento debolmente funzionante.
Secondo le previsioni nazionali, entro dicembre 2025 l’85% delle regioni dovrà rendere operativo il PSS. Per decreto, entro marzo 2026 dovranno essere completati i contenuti e scatterà l’obbligo di caricare i documenti entro cinque giorni dalla prestazione. Obiettivo, quindi, è la piena operatività dei servizi regionali.
Ciononostante, la Sicilia dovrà affrontare sfide cruciali: potenziamento delle infrastrutture informatiche, formazione diffusa del personale sul territorio e, soprattutto, negoziazioni contrattuali che assicurino equità e sostenibilità economica nei carichi di lavoro aggiuntivi.