Un disegno di legge per la prevenzione del randagismo: a darne notizia è il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. “I proprietari dei cani sarebbero così obbligati a fornire il Dna dei propri animali oppure, in alternativa, a sterilizzarli”.
“In questo modo – aggiunge il presidente dell’Assemblea regionale siciliana – in caso di abbandono, con la prova del Dna sarà possibile risalire al proprietario. Siamo i primi in Italia ad avere presentato un ddl di questo tipo. Istituiremo anche una Banca regionale del Dna canino per il controllo del randagismo in Sicilia”.
Con Miccichè erano presenti anche i consulenti Giovanni Giacobbe e Giovanni Scala.
“Il ddl sarà esaminato adesso dalla commissione Sanità e poi sarà la volta dell’Aula”, aggiunge Miccichè che poi precisa: “Non c’e’ un primo firmatario. Il primo firmatario è il buon senso. Questa legge comporterà un cambio culturale”.
Il testo della norma prevede multe che vanno da un minimo di 150 euro a un massimo di 60 mila euro per i proprietari dei cani che non comunicheranno il Dna dei propri animali. Il ricavato sarà devoluto ai Comuni, con l’obbligo di destinare le somme alla lotta al randagismo. Previsto anche il divieto di detenzione di animali per chi viola le prescrizioni della legge.
“Al compimento di un anno dell’animale – spiega Scala – il proprietario avrà due alternative: o lo sterilizzerà o ne registrerà il Dna“.
L’obiettivo è risolvere il problema alla radice ed evitare che si verifichino altre stragi come quella di Sciacca del febbraio scorso, quando furono avvelenati più di trenta cani o casi come quello di pochi giorni fa del bambino di Bagheria morso al volto da un randagio.
Oltre ai microchip previsti dalle vecchie norme, che consentono di avere il controllo di ogni randagio, tramite la mappatura genetica adesso si potrà risalire ai proprietari trasgressori e addirittura individuare i genitori del cane abbandonato.
L’articolo 4 del ddl prevede l’obbligo per chi possiede cani non sterilizzati di consegnare o spedire alla Banca del genoma, istituita presso l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia, un campione biologico (una goccia di sangue, un tampone della mucosa gengivale o qualche pelo) entro un anno dalla nascita dell’animale o entro 30 giorni dal possesso, nel caso in cui l’animale non fosse registrato. Inoltre, i Comuni potranno avviare campagne straordinarie di sterilizzazione con i proventi derivanti dalle eventuali multe.
Altra figura di rilievo prevista è quella del Garante regionale dei diritti degli animali. Nominato dal presidente della Regione tra esperti del settore, il Garante durerà in carica 5 anni, vigilerà sull’applicazione della normativa regionale, nazionale ed europea e denuncerà all’autoritaà giudiziaria eventuali reati contro gli animali.
I Comuni provvederanno alla cattura dei randagi ed, entro febbraio di ogni anno, dovranno predisporre, insieme con le Asp, un piano di controllo delle nascite, oltre a programmare campagne straordinarie di sterilizzazione dei cani. Sempre secondo la proposta di legge, i proprietari dei cani appartenenti a razze più aggressive dovranno prendere un patentino.