Dai 60 ai 90 minuti, fino ad arrivare a 3 ore. Sono questi in media i tempi di attesa delle ambulanze del 118 che davanti ai Pronto Soccorso, attendono che i pazienti vengano presi in carico, se non sono codici rossi. Anche se qualcuno spera di far prima e sorpassare le code chiamando il numero dedicato alle emergenze.
L’emergenza-urgenza continua a spannare specialmente d’estate, evidenziando ulteriormente le criticità del territorio ed un Governo che non dà risposta. Vengono inaugurate case e ospedali della comunità che non si sa quanto siano, al momento, veramente funzionali e si finanziano strutture private per le liste d’attesa da smaltire, mentre le Aziende sanitarie pubbliche danno il massimo per garantire le cure.
L’emergenza nell’emergenza
“Nell’ultima settimana abbiamo avuto un aumento dei tempi medi di attesa delle ambulanze presso i Pronto Soccorso. I tempi medi di attesa delle ambulanze registrati per il Civico e Villa Sofia sono di 60 minuti, per gli altri sono 90 minuti. Questo significa un’ora e mezza che le ambulanze sostano e non possono tornare operative nel territorio”, dichiara Fabio Genco, direttore della Centrale Operativa 118 Palermo – Trapani.
“La maggior parte degli interventi sono legati alle problematiche della stagione estive, quindi, colpi di calore e tutte quelle patologie che si riscontrano in questo periodo, specialmente in pazienti fragili e con malattie croniche – evidenzia -. Allo stesso tempo, purtroppo, si è incrementato anche il numero di pazienti positivi al Covid che abbiamo portato in ospedale. Purtroppo, fino a quando il paziente non viene preso in carico dal Pronto Soccorso non possiamo ripartire, ma garantiamo l’assistenza del paziente in mezzi che comunque sono anche dotati di impianti di climatizzazione specifici”.
Il Pronto soccorso
“Nelle aree metropolitane gli accessi ai Pronto Soccorso tendono a superare i 150-200. La maggior parte non arrivano dalle ambulanze”, spiega Massimo Geraci, direttore dell’unità di medicina d’urgenza dell’ospedale Arnas Civico di Palermo.
“Le criticità sono tante, non ultimo quello della carenza di personale sanitario, ma soprattutto è l’uso inappropriato del Pronto Soccorso che, in molti casi, si configura come quello di un ufficio pubblico. Non legato all’emergenza-urgenza. Questo anche perché i pazienti non hanno trovato risposte sul territorio. Ma i Pronto Soccorso non sono degli ambulatori e dalle lunghe attese si rischia di sfociare in aggressioni. Questa è la cosa che fa più male perché chi decide di lavorare in un Pronto Soccorso lo fa per scelta. Nonostante vi siano alternative migliori. Il Pronto Soccorso, l’emergenza-urgenza, è l’ultimo baluardo della sanità e noi lottiamo per mantenerlo aperto”.