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Resa dei conti nel partito

Psicodramma in salsa “dem” avanti tutta. Comunali Trapani, Safina: “Il Pd non sa fare autoanalisi”

mercoledì 31 Maggio 2023

L’elezione a sindaco di Trapani di Giacomo Tranchida è riuscita a produrre fibrillazioni sia nel centrodestra, sia nel centrosinistra. Un record, quasi come le quattro sindacature di Cateno De Luca, nella Sicilia che non sa inventarsi nulla di nuovo sotto il sole e si compiace  degli “stress test” che ama concedersi: “La cosa che mi sorprende maggiormente, in merito alle dichiarazioni del segretario provinciale del Pd è che non si riesce a fare opera di autoanalisi politica e financo personale. C’è, di fondo, un’ambiguità politica del gruppo dirigente provinciale che non fa altro che penalizzare il radicamento del Partito Democratico”.  Il commento al vetriolo è del deputato regionale Pd Dario Safina, dopo le dichiarazioni rilasciate che riguardavano  sul ruolo del partito nella tornata elettorale appena trascorsa.

Una bufera quella in casa Pd che  affonda le sue radici nella contraddizione di fondo per  la quale alcune liste civiche a fianco di Tranchida, poi vincitore, trasversalizzavano, forse anche troppo, il consenso da uno schieramento a un altro.

“Il Pd di Trapani che ha costruito due liste a supporto del sindaco Tranchida e vi ha fatto transitare dirigenti locali del partito che sono riusciti a dare man forte e credibilità allo stesso partito – ha continuato Safina – Io stesso ho contribuito a costruire una lista chiaramente di matrice democratica chiamando all’appello uomini e donne che si rivedono nel Pd”.

“Al netto degli errori che la nostra coalizione ha commesso – conclude Safina -, il Pd adesso ha l’onore di doversi e sapersi confrontare con umiltà al suo interno e con la comunità trapanese dei democratici. E’ tempo di lavorare per far crescere il nostro partito sul territorio, a partire dal contatto diretto con la gente. Il risultato sancito dalle urne parla chiaro è ha bocciato l’attuale modello di gestione del Pd a Trapani”

 

Cosa rimane dunque delle guerre personali, tutte interne al partito retto in Sicilia da Anthony Barbagallo, se non un retrogusto forse anche dal sapore scontato tra chi vuole negare l’evidenza delle cose e chi gioca a rompere, sguazzando nell’eterno presente senza andare oltre?

I prossimi giorni diranno se arriverà prima l’implosione in Sicilia dei “democrat” o la crisi del governo regionale. ma c’è che giura che tra poco ci sarà troppo caldo per l’una e per l’altra.

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