Raffaele Lombardo non ha smesso mai di fare politica. E questa non è una notizia. La notizia è che il suo movimento da qualche giorno si è aperto alle politiche di Matteo Salvini, creando una voragine al centro destra moderato in Sicilia. l’ex governatore in Sicilia e noto ai più per aver cambiato cinque volte la sua maggioranza in quattro anni e mezzo del suo governo.
Saverio Romano e l’ex governatore catanese da tempo hanno fatto tandem per le tornate elettorali che si sono susseguite in questi anni. Importante è stato l’appoggio di Lombardo per l’ex ministro per le scorse europee. Anche se i risultati elettorali hanno visto la vittoria politica di Giuseppe Milazzo per una manciata di voti rispetto a Romano. Raffaele Lombardo – sotto processo a Catania per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio – non ha mai smesso di essere influente nelle vicende siciliane.
Non frequenta i palazzi del potere ma a quanto dicono è attivissimo tra consigli e direttive che dà ai suoi fedelissimi. Come
Roberto Di Mauro. Proprio lui qualche giorno fa ha lanciato una nota stampa in cui si evince una grande apertura alla Lega Nord in vista delle prossime elezioni amministrative.
“Siamo stati antesignani nel 2006 di un percorso tra la Lega e Movimento per le autonomie che individuava nella fiscalità di vantaggio, nel federalismo fiscale e nella realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina gli obiettivi prioritari per il rilancio del mezzogiorno – dice -. Apriremo un confronto sulle politiche migratorie e sugli strumenti idonei a ridurre il divario tra nord e sud. Oggi più che mai attuali dopo gli ultimi avvenimenti del Covid – 19 che non lascia presagire un’immediata ripresa economica per la Sicilia, occorre avviare un confronto per individuare i percorsi più idonei. Restiamo convinti che l’autonomia, il decentramento amministrativo e fiscale hanno senso se sono appoggiati non solo da forze territoriali ma anche nazionali e la Lega pur essendo un partito nazionale ha avuto nel suo dna fondativo la centralità dei territori e delle comunità locali. Per questo – continua – anche in vista delle prossime amministrative in Sicilia ci possono essere punti di incontro con i movimenti di base, territoriali e autonomisti a condizione che l’accordo politico sia dettato da regole condivise e da linee programmatiche frutto di una concretezza politica. Non ci interessano logiche algebriche o di sommatorie elettorali, ma un progetto di sviluppo che inverta la tendenza ultrasecolare post unitaria che ci ha relegato al ruolo di mercato di consumo e di produttori di manodopera“. Affermava nella nota il vicepresidente dell’Ars Di Mauro. Cosa ne penserà Romano in merito a questa scelta, il quale da tempo è molto critico nei confronti del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. “Riconosciamo solo a Musumeci e a nessun altro il ruolo di garante del centrodestra in Sicilia“. Affermava in
una intervista a IlSicilia.it l’ex ministro.
Nel frattempo però, i lombardiani lavorano ad una campagna elettorale congiunta con la Lega tutta in salsa “autonomistica”, a partire dai centri che andranno al voto ad ottobre, come Agrigento, dove proprio la Lega era data ormai da tempo vicina al candidato di Di Mauro, il medico Franco Micciché.
Sempre Roberto Di Mauro le scorse elezioni regionali aveva chiuso l’accordo con Fratelli di Italia.
Non dimentichiamo che Lombardo ha contribuito decisivamente alla vittoria di Nello Musumeci. contributo che è stato ricompensato con una serie di nomine di fedelissimi del ras etneo, sebbene in numero probabilmente meno consistente rispetto a quello atteso. Le nomine sono arrivate soprattutto nella sanità, come nel caso del cognato di Lombardo, Francesco Iudica al vertice dell’Asp di Enna. Inoltre in giunta è presente anche uno dei suoi fedelissimi: Antonio Scavone assessore alla Famiglia. Uno dei più contestati in questa legislatura dopo il patatrac in merito alla cassa integrazione dei lavoratori siciliani.
Lombardo si muove nell’ombra ma ad oggi tira ancora le fila della politica in Sicilia. Qualcuno dai corridoi dei Palazzi afferma: “E’ facile gestire il proprio potere durate una carica politica. E’ un arte continuare a farlo senza nessuna nomina”. Un ragionamento che sembra fatto apposta per l’ex governatore di Grammichele.