La Sicilia arranca in un Mezzogiorno in cui il Pil cresce più di quello del Centro-Nord, rispettivamente dell’1% contro lo 0.8%. Nell’Isola, infatti, la crescita del Prodotto interno lordo nel 2016 si è fermata allo 0.3%, mentre il rischio povertà è il più alto d’Italia, con una percentuale record del 39.9%. E’ quanto emerge dalle anticipazione del Rapporto SVIMEZ 2017 sull’economia meridionale diffuse oggi a Roma.
E’ il settore manifatturiero a trainare la ripresa in tutto il Sud. Questo è cresciuto cumulativamente di oltre il 7% nel biennio 2015-2016 e del +2,2% nel 2016. Segnali positivi anche dal comparto dei servizi che ha fatto registrare un +0.8% e da quello edile con un +0.5%. Per il 2017 si stima un aumento del Pil dell’1,1% al Sud e dell’1,4 % nel Centro-Nord. La tendenza dovrebbe confermarsi anche nel 2018. Nel prossimo anno si prevede un aumento del Pil dello 0,9% nel Mezzogiorno e dell’1,2% al Centro Nord.
I principali driver della crescita meridionale nel 2017 dovrebbe nuovamente essere i consumi totali, con una previsione di crescita dell’1,2% e gli investimenti con un +2%. Si prevede anche una crescita per l’occupazione dello +0,6%. Nonostante i dati positivi, però, se il Mezzogiorno proseguirà con gli attuali ritmi di crescita, recupererà i livelli pre crisi nel 2028, 10 anni dopo il Centro-Nord.
La regione in cui sono state registrate le migliori performance è la Campania. Qui il Pil nel 2016 è cresciuto del 2,4% a termine del triennio 2014-16. La Sicilia si piazza solo al penultimo posto tra le 8 regioni del Mezzogiorno. Prima di lei Basilicata (+2,1%), Molise (+1,6%), Calabria (+0,9%), Puglia (+0,7%), Sardegna (+0,6%). L’Isola, nello stesso periodo, cresce di uno striminzito 0,3% e sconta gli effetti negativi dell’agricoltura, dell’industria (-0,8%) e delle costruzioni (-0,5%) che stentano a invertire il trend, mentre il settore dei servizi ha un andamento poco più stazionario (+0,4%). Dietro di lei solo l’Abruzzo (-0,2%).
Drammatica è la situazione in cui vivono molto cittadini meridionali, in particolare i siciliani. Nel 2016 circa 10 meridionali su 100 sono in condizione di povertà assoluta, contro poco più di 6 nel Centro- Nord. Nelle regioni del Sud “il rischio di povertà è triplo rispetto al resto del Paese: Sicilia (39,9%), Campania (39,1%), Calabria (33,5%)”, si legge nelle anticipazioni del Rapporto, secondo le quali “le politiche di austerità hanno determinato il deterioramento delle capacità del welfare pubblico a controbilanciare le crescenti diseguaglianze indotte dal mercato, in presenza di un welfare privato del tutto insufficiente al Sud”.