La Federazione CIMO-FESMED è stata tra i primi a chiedere al Presidente Nello Musumeci di non lasciare l’Assessorato regionale della salute privo di un titolare e, nel contempo, si era permessa di suggerire anche il ritorno di Ruggero Razza alla guida della sanità siciliana.
A seguire, abbiamo registrato gli endorsement di più parti, sia sociali che politiche, così come allo stesso tempo abbiamo assistito alla più recente raffica di pareri contrari, sia di ruolo da parte delle opposizioni ma anche di quelle fuori ruolo scaturite, come spesso accade, da fuoco “amico”.
Quello di CIMO-FESMED, non essendo un sindacato schierato politicamente, non è stato un endorsement come gli altri, ma la semplice constatazione che nel panorama politico regionale attuale il ritorno di Razza all’Assessorato della Salute era da considerare la scelta inevitabile, a meno di non volere ricominciare tutto da capo e in corsa con un altro rappresentante della stessa maggioranza di governo senza in cambio alcuna garanzia di miglioramento gestionale.
Adesso che è arrivata l’ufficialità del ritorno di Ruggero Razza alla sanità non ci sentiamo di esprimere la solita soddisfazione di facciata, ma chiediamo anzi all’Assessore di ripartire rapidamente, di riannodare i fili del dialogo interrotto da tempo con tutte le parti sociali e di affrontare insieme i tanti problemi lasciati in sospeso grazie anche a questo periodo di inopportuna vacanza di una sede istituzionale tanto delicata soprattutto in questa fase di emergenza pandemica che, non bisogna dimenticarlo, non è ancora finita.
Primo fra tutti c’è il problema delle nuove dotazioni organiche delle aziende sanitarie siciliane, ancora al palo anche per colpa di un tetto di spesa del personale che non tiene conto né della nuova rete ospedaliera né degli atti aziendali esitati dalle stesse aziende e, soprattutto non tiene conto delle nuove esigenze della sanità siciliana che, al pari delle altre attività, deve adesso ripartire e rilanciarsi.
La pandemia ha ampiamente dimostrato come il nostro SSR non fosse, al pari di quelli delle altre Regioni, preparato ad affrontare un’emergenza di questo tipo, ma alla fine il sistema ha tenuto e la sanità siciliana è riuscita ad affrontare, pur tra mille difficoltà, le ondate pandemiche con l’impegno e il sacrificio di tutti gli operatori del settore.
Ora quegli stessi operatori chiedono rispetto e il diritto a lavorare in condizioni se non ottimale almeno prossime alla normalità. Non si può continuare ancora per molto ad operare in fase di costante emergenza a causa della carenza di quel personale che sembra non debba mai arrivare a rimpinguare finalmente quegli organici da troppi anni sottodimensionati e depauperati da norme nazionali e regionali che hanno avuto l’unica finalità di risparmiare quattrini sulla pelle dei cittadini.
Non possiamo dimenticare che il Covid ha causato un vero e proprio tracollo dell’offerta sanitaria per tutte le altre patologie che hanno registrato un calo impressionante di ricoveri, di interventi chirurgiche, di visite specialistiche, di prestazioni diagnostiche ambulatoriali che adesso dobbiamo provare a recuperare, almeno in parte.
Per assicurare i LEA ai cittadini siciliani c’è però bisogno di risorse, economiche e umane, è da questo punto cruciale che si deve ripartire ed è esattamente questo che chiediamo con forza e spirito di collaborazione all’Assessore Razza che si accinge a riprendere nelle sue mani la barra del timone.
Buon vento Assessore, nell’interesse suo e di tutti i cittadini siciliani.