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Relazioni sociali. Ecco come fortificarsi ai tempi della pandemia | INTERVISTA

giovedì 9 Aprile 2020

La lunga quarantena che tutti noi stiamo vivendo, rischia di mettere a dura prova la capacità di convivere all’interno delle famiglie. A pagare il prezzo maggiore sono i ragazzi, soprattutto gli adolescenti che, non potendo frequentare le normali lezioni scolastiche, sono costretti a reinventare le loro relazioni sociali, a causa del timore del contagio da coronavirus.

In questa circostanza, più che mai, sono utili le parole dell’esperto. Per questo motivo abbiamo rivolto alcune domande allo psichiatra Marcello Alessandra.

Marcello Alessandra

“Certamente stiamo vivendo qualcosa di impensabile fino a poco tempo fa, qualcosa che poteva esistere nei nostri incubi peggiori, ma sta di fatto che oggi questa è la nostra realtà e da qui dobbiamo ripartire se vogliamo superare tutto questo. Il silenzio delle nostre città, la visione di questo vuoto è assordante, terribile, preoccupante; ma dobbiamo saper ascoltare e vedere tutto questo in modo diverso da ora in poi. Avere, quindi, consapevolezza di ciò che oggi siamo è la prima cosa da fare. Per comprendere più facilmente vi faccio un esempio semplicissimo che rende tanto: se abbiamo in mano un mazzo di carte siciliane, sappiamo certamente che possiamo giocare a scopone o briscola, ma non a poker o burraco; viceversa se le carte sono francesi. Allora dobbiamo renderci conto di quali mezzi abbiamo a disposizione per fare le scelte giuste”.

L’amore, l’amicizia, l’empatia sono sentimenti indispensabili nella vita di ognuno di noi, come  si fa a vivere senza tutto questo in un lungo periodo di emergenza?

“In realtà l’emergenza non ci sta impedendo di vivere questi sentimenti; ci costringe a stare in casa, a stare strettamente a contatto con la nostra famiglia , tra noi deve esserci l’amore, l’amicizia e l’empatia. Possiamo, quindi, approfittare di quanto sta accadendoci per riscoprire certi valori dati per scontati o annullati dalla routine quotidiana che ci ha resi tutti estranei. E proprio con questo bisogno di empatizzare ed amare ed essere amati dobbiamo guardarci con altri occhi e con la possibilità, direi l’ obbligo, di riflettere su ciò che già abbiamo e sulla sua importanza. Se poi invece il riferimento è di amore per la fidanzata o di amicizia per gli amici che non possiamo vedere, beh, per fortuna, l’amore e l’amicizia non si reggono su quanto ci si vede, su qualcosa di materiale, o per lo meno non dovrebbe essere così. Il tempo e la distanza anzi rafforzeranno tutto questo, perché sappiamo già che certamente ci rivedremo ed anzi questo diventa uno stimolo, obiettivo utile per avere più forza per resistere alla ‘solitudine’ “.

Quanto è importante il rapporto con gli altri per la nostra sopravvivenza e per il nostro equilibrio?

“Siamo animali sociali, abbiamo bisogno degli altri, di stare con loro, in mezzo a loro. E’ importantissimo questo perchè siamo “programmati” a questo; la nostra società ci ha dato questo sistema di vita, di sopravvivenza. Non sappiamo stare soli, ne abbiamo paura perchè non conosciamo lo stare soli. Questo momento ci sta insegnando a conoscere di più questo lato nascosto di ognuno di noi; ci sta facendo diventare esploratori di noi stessi. In fondo, quante volte abbiamo desiderato starcene un pò “in santa pace”. Ora lo possiamo fare, lo dobbiamo fare. Faremo tesoro così di questo tempo “sospeso”; diventeremo più saggi, riflessivi e, mi auguro, più innamorati della vita nelle sue piccole cose”.

Come si può fare  a continuare a vivere stando isolati senza sprofondare nell’ansia e nella depressione?

“Certamente lo stare soli forzatamente può mettere ansia già a ognuno e, a maggior ragione, a chi di ansia già soffre. Sappiamo che il depresso tende a isolarsi già da solo, ma questa nuova condizione di isolamento forzato può amplificare il suo “sentirsi solo” ed è più in pericolo oggi. La solitudine può esser vissuta come un trauma, un abbandono; può innescare tante paure; tante incertezze vengono precipitosamente a galla e dobbiamo fronteggiarle. Ma come se non lo abbiamo mai fatto o non sappiamo come fare.

Restare allora collegati; questo il vero trucco, l’unico espediente per resistere. Diamoci un tempo, certi che tutto questo finirà e si tornerà ad una “normalità nuova”, per fortuna. Poniamoci ancora obiettivi; diamoci una scalette giornaliera per restare aderenti a questa realtà, fatta da ore e minuti, che altrimenti non passeranno mai. E questo collegamento può avvenire attraverso i social, il cellulare, skype, attraverso un libro da leggere o un film da commentare.

Attenti a non fare “abbuffate” di notizie dei tg o simili perchè il rischio di una “indigestione luttuosa” è garantito. Non possiamo sentire bollettini di morte h24; non neghiamo la realtà, ma impariamo a dosare ciò che c’è di buono e di meno buono in questa nuova momentanea nostra realtà”.

 Come evitare la crisi all’interno di una coppia e di una famiglia costretta a vivere così a lungo in spazi ristretti?

“Questo è un altro grande problema. Sono numerose le coppie che ci chiamano in questo periodo, lamentando proprio la difficoltà di dover condividere spazio e tempo con chi non si vuole più avere accanto. la vicinanza forzata sta calcando la mano alla insofferenza e sarà dopo motivo certamente di “esplosione”. Ciò che va evitato oggi è l’implosione. Fortunatamente le crisi coniugali troveranno vari tipi di soluzione: quelle semplici, legate ad una separazione che già era decisa e chiara, ad altre assolutamente opposte. Lo stare così insieme potrà anche far “rivedere” i ruoli, far ritrovare il coraggio, la voglia di esserci per l’altro in un momento che è difficile per tutti. Potrà ricreare quel bisogno di “abbracciarsi”, sapendo che in quell’abbraccio si ritroverà il conforto, la parola giusta anche se non detta, la mossa vincente per recuperarsi.

E allora parlate, parlate e poi parlate. Ascoltarsi e farsi ascoltare. Questa sarà la strada. Farlo già tra la coppia, significherà trasmettere all’eventuale resto della famiglia un nuovo modo di comunicare e superare le incomprensioni.

Mettiamo pure in conto i momenti di scontro, di urla e di sconforto. Non viviamo in galera, ma nelle nostre case che oggi ci sembrano celle, ma ricordiamoci che comunque siamo a casa”.I bambini e gli adolescenti sono i soggetti maggiormente a rischio , quali consigli mettere in atto per sostenerli e motivarli a resistere.

“I bambini devono giocare perchè questo impone la loro età  e devono continuare a farlo. Devono, però, trovare il sorriso dei loro genitori, la loro complicità. Sarebbe bello assistere ad una sana regressione familiare proprio per creare il teatrino, il gioco, la favola e tutto ciò che un bambino può desiderare per “restare tranquillo”, sentirsi al sicuro. Diamo questo senso di sicurezza, quindi, ai più piccoli.

Gli adolescenti hanno una situazione differente che l’età consente loro. Capiscono, sanno, vedono, vivono in prima persona ed in una fase dello sviluppo da un lato bellissima, ma dall’altro fatta di cambiamenti. Rassicuriamoli e lasciamogli anche i loro spazi; fidiamoci del fatto che non sono ancora i bambini che hanno bisogno della ninnananna, ma più maturi e conoscono a volte molto più di quanto crediamo noi adulti. Sapranno organizzarsi anche in un contesto come questo attuale, sapranno collegarsi e vivere collegati (cosa che tra l’altro facevano anche prima). Ovviamente il discorso cambia se ci troviamo di fronte soggetti deboli, e questo quindi vale per i piccoli e meno piccoli e grandi.

Se la persona “sana” già ha difficoltà ad adattarsi a tutto questo, a maggior ragione chi è “meno sano” saprà farlo.

Una considerazione: non curatevi da queste “ansie, paure, tristezze” assumendo arbitrariamente psicofarmaci; restate in contatto con gli specialisti o comunque contattateli (skype sembra oggi più che mai importante per questo).

La domanda che oggi tutti noi psichiatri ci poniamo è: dopo tutto questo cosa troveremo nelle menti delle persone?

Avranno saputo superare questo trauma?

Che sintomatologia psichica troveremo “dopo” ?

Sono due i disturbi chiamati in causa da una storia simile: Disturbo post traumatico da stress e Disturbo dell’Adattamento  (con ansia e depressione o comportamenti psicotici lo scopriremo)”.

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