Si è appena concluso il secondo fine settimana di “RestArt”, l’iniziativa nata per riaprire chiese, musei e monumenti della città di Palermo con tour serali fino al 29 agosto, a prezzi contenuti e raccontati da un gruppo di guide turistiche abilitate e iscritte all’associazione Agt. La professione di guida turistica ha subito, forse più di altre, l’onta della chiusura per via della pandemia con tour sospesi e un futuro possibile che si guarda con il lanternino e che ha il sapore della speranza. Per questo saranno loro a raccontarsi e a parlare di alcune delle iniziative di “RestArt”.
Marina Di Cristina ci dice: «Lavoro in questo settore da molti anni. C’erano stati dei periodi duri nell’arco del tempo per via, ad esempio, delle guerre che hanno bloccato i traffici internazionali. Ma non è mai stato tragico come adesso. Ringrazio Bernardo Tortorici, presidente di Amici dei Musei Siciliani. L’idea di riaprire nei fine settimana è stata sua. Si tratta di un’iniziativa che può coinvolgere i turisti, ma anche i palermitani per via dei prezzi contenuti (i ticket dei luoghi visitabili costano tre volte meno rispetto agli ingressi consueti), e che sta dando a noi guide turistiche la possibilità creativa di pensare a dei tour a tema che leghino determinati monumenti a un percorso. Lo ringrazio ulteriormente perché ha pensato a noi guide abilitate. Molto spesso, ultimamente, si ricorre sempre meno a professionisti del settore, affidandosi invece a ‘ciceroni’ improvvisati di vario tipo. Per noi questa iniziativa è un modo per cominciare a riprogettare un futuro diverso».
A proposito degli itinerari tematici, è Barbara Rizzo a raccontarci qualcosa: «Tra gli interessanti percorsi che attraverseranno il cuore pulsante del nostro centro storico, c’è ad esempio il tour dal titolo “La Giudecca perduta”, che prevede la ricostruzione storica di quella che una volta fu la vita della comunità ebraica di Palermo, o ancora il tour dedicato all’antico quartiere della Kalsa, quello denominato “Il Barocco dei misteri”, che svelerà leggende e aneddoti di alcune tra le più belle e suggestive chiese di Palermo. Noi guide turistiche siamo felici di avere messo a disposizione le nostre competenze e soprattutto di rispolverare i nostri amati “patentini”. E allora, “Let’s walk and RestArt”, o, per dirla alla palermitana, “Amunì, si riparte!”».
Maria Luisa Montaperto, oltre a essere una guida turistica abilitata, si è occupata, insieme ad Adalberto Abbate, dell’allestimento della mostra “Pandemia”, in programma per “RestArt” e visitabile presso l’oratorio di San Mercurio. Ci racconta: «Gli artisti coinvolti sono gli stessi che, dal 2015, collaborano al progetto “Sacrosanctum”. Un po’ mossi dalla voglia di fare, un po’ preoccupati per il futuro, li abbiamo coinvolti affinché ci narrassero della loro pandemia. Gli artisti hanno realizzato dei video che verranno proiettati e il risultato non è per nulla retorico, anche perché si parla di video che raccontano la pandemia da varie parti del mondo (Stati Uniti, Messico, Spagna e varie parti d’Italia). Mario Consiglio, ad esempio, fa ballare delle lattine, mentre il nostro pianeta gira come impazzito… Il taglio ironico non toglie nulla, anzi aggiunge spessore al valore simbolico conferito dagli artisti, tutti di grande levatura. Abbiamo riflettuto sul titolo rischioso e forse azzardato, “Pandemia”, un termine che invece è bellissimo perché significa ‘tutto il popolo’, che può sembrare abusato, ma che è altamente democratico. Nessuno lo ha notato, ma il titolo continuava così: “Si fore vis sanus, ablue saepe manus”, ovvero, se vuoi essere sano, lavati spesso le mani, una delle principali raccomandazioni di questi tempi che troviamo riportata nei testi della Scuola medica salernitana dell’XI secolo. Stiamo cercando di mettere in luce gli artisti, che, come noi guide turistiche, stanno soffrendo tantissimo. Abbiamo fatto tutto questo sia per il pubblico che per loro: l’arte è importante, parla di vita e di emozioni. Il fotografo Fabio Sgroi, per esempio, ha dato voce a una sua riflessione: rinchiuso in casa per il lockdown e impossibilitato a fotografare il mondo, parla di un vuoto, un vuoto di documentazione, di una cronaca che passerà alla storia solo in modo parziale. Il lavoro dell’artista è dunque visto non solo come necessità poetica, ma anche come servizio all’umanità, come testimonianza».
Maria Rosaria Gitto conclude: «Dal 17 luglio sarò impegnata per il tour della Kalsa e sarà il primo dell’anno per me. Non lavoro da novembre, quindi non stacco fatture dall’anno scorso. Ciò che è ancora più terribile, come in tutte le situazioni di crisi, è la rivalità che si viene a creare: ho sentito di colleghi di altre province che sarebbero disposti a venire a Palermo per accogliere i turisti delle navi da crociera e disposti a offrire un servizio giocando al ribasso, quindi con prezzi più contenuti rispetto al normale tariffario. Ci son troppi cani sullo stesso osso. Ho paura che ci si cominci a guardare di traverso anche tra di noi. “RestArt” è invece un’occasione di collaborazione e sinergia che può invece mostrare e dimostrare il nostro sodalizio. Per il resto, non sono comunque molto ottimista circa la nostra situazione futura. Catastrofista, no, ma un sano realismo mi dà supporto per tenere i piedi per terra».
Palermitani e non, dunque, cosa aspettate per visitare la Città in notturna? Amunì…
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