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La replica

Rifiuti, Barbagallo: “La Sicilia dei commissari è solo una scorciatoia pericolosa”

giovedì 25 Gennaio 2024

I rifiuti fanno sempre discutere e la polemica che è nata attorno alla nomina del presidente della Regione Renato Schifani a commissario straordinario per accelerare la costruzione dei termovalorizzatori in Sicilia non fa che aumentare i malumori.

L’emendamento al Dl Energia approvato a Roma ha sollevato un polverone. Questo è poco ma sicuro.

Il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo e deputato alla Camera non ha esitato a definire il fatto come “deplorevole e vergognoso”.

Il primo punto che Barbagallo puntualizza riguarda gli investimenti per la realizzazione dei termovalorizzatori che non dovranno superare gli 800 milioni di euro e saranno finanziati nell’ambito dell’Accordo per la coesione da definire tra la Regione Siciliana e il Ministro Fitto. Sono gli stessi 800 milioni di euro previsti in Fsc, soldi del Fondo Sviluppo e coesione che – afferma il leader dei dem nell’Isola – servono alla Sicilia per mettere in campo una serie di interventi: lavori di manutenzione delle strade, depurazione, bonifica.

Tutti interventi per i quali “La Sicilia è già commissariata – aggiunge Barbagallo -. Utilizzare queste risorse senza prima aprire un confronto con l’Ars, con il governo regionale, con i sindaci, vuol dire omettere ogni forma di partecipazione democratica. Ci commissariano con i soldi a carico della Regione”.

Oltre gli 800 milioni, c’è un altro miliardo: “somme che la destra ha utilizzato per il ponte e che sono sempre a carico di Fsc. Il fondo vale 6,6 miliardi di euro, tutti i soldi previsti da quest’ultimo e di cui si parla da anni vengono utilizzati per altri scopi. Più di 1/3 di questi finanziamenti sono stati utilizzati in due mesi”.

Un’altra riflessione evidenziata dal leader dei dem nell’Isola riguarda anche la procedura d’urgenza nell’ambito di un’adeguata pianificazione regionale del sistema di gestione dei rifiuti. L’idea di completare la rete impiantistica integrata, la realizzazione e localizzazione di nuovi impianti di termovalorizzazione di rifiuti, modificando il piano rifiuti regionale, è efficace solo in parte. C’è un ulteriore problema posto a cavallo tra il commissariamento straordinario e la compatibilità ambientale che in ogni caso andrebbe ulteriormente verificata.

S tratta di un’attività che impone di seguire le procedure ordinarie di valutazione ambientale strategica e di compatibilità ambientale. “Una scorciatoia molto pericolosa, uno dei motivi per cui la localizzazione fatta da Musumeci per installare i termovalorizzatori non è andata avanti è che non c’erano le aree idonee per farlo. Ricordo che all’Ars arrivavano gli emendamenti per localizzare gli impianti in zona agricola e anche a distanza inferiore di 5 km dal centro abitato. Siamo di fronte ad una forzatura perché rischiamo di localizzare i termovalorizzatori e gli altri impianti in zone che non hanno nessuna compatibilità urbanistica”.

C’è un altro dato: in fase di rendiconto nel 2016 la Corte dei Conti invitò la Regione Siciliana a individuare gli ambiti territoriali ottimali con un numero non superiore a 5, in questo momento sono 18 le Srr. Inoltre si invitava la Sicilia, spiega Barbagallo, a individuare le società di regolamentazione dei rifiuti di natura pubblica, ancora oggi le Srr sono private. “L’oligopolio di alcune aziende fa lievitare i costi della tariffa. Il centrodestra avrebbe dovuto intervenire su queste materie”.

In materia di rifiuti “non c’è il divieto di subappalto, ci sono aziende che fanno cartello e il subappaltatore è sempre lo stesso aggravando i costi e non fa che alimentare la criminalità organizzata. Il legislatore regionale e nazionale non ha proposto un rigo”.

 

 

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