Dovrebbe normalizzare e rendere finalmente efficiente il settore dei rifiuti, dopo decenni di gestione emergenziale e disservizi, ed invece la riforma appena varata dalla giunta regionale, ancor prima di arrivare all’esame dell’Ars, ha scatenato critiche e polemiche di altra natura. Per la precisione di carattere occupazionale. Sì, perchè se da un lato il disegno di legge predisposto dall’Assessore Pierobon prevede un albo unico per assumere gli 11.500 precari che direttamente o indirettamente hanno lavorato per un periodo di almeno 3 anni in questo ambito prima del 2009, dall’altro mette alla porta circa un migliaio di dipendenti tra il personale amministrativo. Una perdita di professionalità e competenze che potrebbe ripercuotersi negativamente sul funzionamento del nuovo sistema.
A lanciare l’allarme è Alfonso Buscemi, segretario regionale della F.P. Cgil, con delega al comparto igiene ambientale. “La giunta – spiega Buscemi – non tiene conto di un importante passaggio, contenuto nella bozza appena varata, che andrebbe a precludere ad una consistente parte del personale, il cui trasferimento nelle Srr non è avvenuto secondo i principi previsti per l’assunzione negli enti pubblici, il transito nel nuovo organismo. E questo perché, l’esecutivo Musumeci – sottolinea Buscemi – ha deciso di non considerare la futura struttura come società partecipata, ma di attribuire alla stessa una precisa connotazione di diritto pubblico, scaricando di fatto questo nutrito gruppo di dipendenti”.
Una questione relativa allo status giuridico degli enti deputati alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti che ha delle ricadute sul destino di questi lavoratori. “Parliamo di risorse umane e professionali – precisa Buscemi – le quali, da oltre 10 anni, offrono la loro preziosa e qualificata attività nelle Srr, maturando di fatto un’esperienza che ha superato certamente il limite rappresentato dalla selezione pubblica”.
“Il testo va dunque opportunamente e responsabilmente modificato – evidenzia Buscemi – altrimenti si produrrebbe un’emorragia occupazionale in un solo colpo, senza precedenti”. L’Fp Cgil, inoltre, contesta il mancato coinvolgimento delle parti sociali nella definizione di una riforma così importante. Pertanto chiede “un urgente incontro sia all’Assessore che alla Commissione di merito per affrontare le criticità previste nel Ddl”.