I costi per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti in Sicilia sono destinati a pesare sempre di più sulle tasche dei cittadini con l’aumento della Tari, se la Regione non interviene con l’elaborazione di un adeguato piano regionale che metta a punto una nuova governance dei rifiuti. Poi il problema della mancanza di discariche e impianti ad hoc non fa che accentuare l’emergenza e lo scontro tra i comuni, da un lato, chiamati ad affrontare costi elevati che gravano sui bilanci, e dall’altro il governo regionale pressato di volta in volta dalla necessità di trovare una soluzione, per salvaguardare l’economia dell’Isola.
E’ questa la sintesi di un botta e risposta tra Anci Sicilia, che ieri ha presentato a Palazzo dei Normanni un dossier (CLICCA QUI) contenente un’analisi ed elementi di costo per la determinazione di un range tariffario per lo smaltimento e il trattamento dei rifiuti e l’assessore regionale al ramo Roberto Di Mauro secondo cui se in Sicilia teniamo il record delle tariffe più costose d’Italia, “la responsabilità è dei sindaci che non hanno fatto realizzare le discariche, come invece prevedeva la legge del 2010”, costretti quindi a mandare la spazzatura all’estero. Il problema non è di immediata soluzione, ma nel nuovo piano rifiuti il governo Schifani ha previsto nuovi impianti e risorse.
Non è d’accordo l’Associazione dei comuni siciliani: “Siamo in presenza di una incomprensibile ed ingiustificabile accusa rivolta a 391 primi cittadini dell’Isola. Ancora una volta al grandissimo senso di responsabilità dei sindaci, al cui operato si deve se la Sicilia nel 2022 ha superato il 53% di raccolta differenziata, si contrappone una fin troppo vetusta logica di sottrarsi alle responsabilità scaricandole sugli altri”, hanno dichiarato Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia.
Anci Sicilia “non si presta oggi alla logica di puntare il dito contro il governo regionale, in carica da troppo poco tempo, attribuendo a quest’ultimo ogni responsabilità”, ma ci tiene a sottolineare che “all’incontro di ieri hanno partecipato sindaci provenienti da ogni parte della Sicilia e facenti riferimento a tutte le sensibilità politiche”.
La Sicilia, spiega Anci Sicilia, è priva di un piano regionale per i rifiuti e che al momento “numerosi comuni si trovano a fare i conti con un vero e proprio buco di bilancio causati dall’annullamento del decreto regionale che erogava per gli anni 2022 e 2023 i famosi 45 milioni per gli extra costi nel settore dei rifiuti”.
Sulla legittimità dei costi che vengono praticati dai gestori delle discariche in Sicilia “dovrebbe forse vigilare maggiormente la Regione Siciliana, ma essendo mancato un adeguato controllo abbiamo dovuto presentare un ricorso all’Antitrust che ci farà capire se il prezzo praticato è congruo o meno”.