Presidente Vitrano, il primo importante passo sulla riforma dei Consorzi di bonifica è stato fatto con l’approvazione del testo in commissione Attività produttive, qual è intanto il dato politico?
“Dopo tanti anni siamo riusciti ad andare in commissione e a fare approvare la bozza di riforma che semplifica il numero dei Consorzi da 13 a 4. Avviamo dei soggetti nuovi senza il fardello dei debiti in capo oggi ai Consorzi. C’è stata una buona tenuta politica della maggioranza, ma devo dire che la collaborazione è avvenuta tra tutti i componenti della commissione Attività produttive. Credo che in aula ci sarà una discussione intensa però sono fiducioso, in quanto sono stati accolti i suggerimenti sia della maggioranza che delle opposizioni. E’ chiaro che tutto è perfettibile, ma c’è già una buona base normativa”.
Questi enti sono stati in passato messi alla gogna come macchina di clientele, assunzioni e sprechi da razionalizzare. Oggi in che cosa si cambia passo?
“Più che macchina clientelare, io direi macchina che non funziona. Non hanno tutto questo grande carico di personale per cui si può gridare allo scandalo delle clientele. Anzi il personale è sottoccupato. Ci sono strutture vecchie e obsolete, parlo delle condotte che non funzionano e creano un disagio serio agli agricoltori. Pensiamo di ripartire azzerando tutto e provvedere alla stabilizzazione del personale nel momento in cui ci saranno le condizioni per fare le assunzioni. Un piccolo gruppo di operatori è già a tempo indeterminato, gli altri sono turnisti e vengono assunti nel mese di giugno e luglio quando non c’è più tempo di fare manutenzione. Per gli stagionali si pensa alla stabilizzazione sono figure che servono. Esiste un programma di manutenzione complesso che non può essere fatto durante il periodo irriguo ma prima. Tutto richiede risorse e competenze”.
Siccità e territori, quali strumenti in più avranno i Consorzi per impattare contro emergenze di questo tipo?
“Occorre recuperare i famosi 31 progetti bocciati del governo precedente. Dobbiamo abituarci alla siccità come evento non occasionale, dato che le stagioni hanno subito un cambiamento notevole. L’acqua non passa più da giugno a settembre, quindi i provvedimenti vanno elaborati dal mese di aprile al mese ottobre. Prolungando il periodo di distribuzione dell’acqua, occorre personale più efficiente e in quantità superiore”.
I consorzi in mano agli operatori, si arriverà alla fine veramente a questo, oppure la Regione manterrà comunque l’ultima parola?
“Proviamo a tornare alla democrazia nell’ambito dei Consorzi, ci saranno i soci dei consorzi regolarmente iscritti e in regola con i pagamenti, che eleggeranno i loro rappresentanti. In una prima fase saranno operativi i commissari – e quindi la Regione – che avvieranno le procedure di transito del personale e di elezione dei nuovi organi. A quel punto i commissari cederanno il passo ai consiglieri di amministrazione nominati. Cosa che dovrebbe avvenire in tempi ragionevoli. Saranno loro a scegliere la governance, non la Regione”.