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La riflessione di Amenta

Riforma degli Enti locali, Anci Sicilia: “Ok ad assessore in più se a costo zero, si discuta della crisi dei comuni”

sabato 5 Ottobre 2024

Assessore in più per i comuni si o no? E’ la domanda più quotata degli ultimi giorni all’interno dei palazzi della politica siciliana. L’attuale stallo che regna all’Ars sulla riforma degli Enti locali sta portando le varie compagini ad una riflessione sul testo. Il documento, che vede in qualità di relatore il deputato regionale della Nuova DC Ignazio Abbate, è nato da un percorso avviato addirittura due anni fa. Maratona che si è concretizzata ad inizio ottobre fra i banchi di Sala d’Ercole, con l’apertura della discussione generale e l’arrivo del fascicolo con tutti gli emendamenti. Ben 350 proposte di modifica che, la prossima settimana, dovranno passare dalla commissione Affari Istituzionali. Dopodiché, si tornerà in aula il 15 ottobre, con la speranza che all’interno dei vari partiti ci sia un accordo sufficientemente forte da permettere l’approvazione dell’atto. Fino ad allora però, ogni domanda o considerazione è legittima. Dubbi e perplessità che arrivano anche da Anci Sicilia.

Amenta: “Su parità di genere abbiamo chiesto allineamento al resto d’Italia”

In una lunga intervista rilasciata ai microfoni de ilSicilia.it, il presidente regionale Paolo Amenta ha commentato alcuni dei passaggi chiave che hanno contraddistinto la riforma degli enti locali. “Noi abbiamo partecipato almeno a sei o sette audizioni in due anni – ha evidenziato -. Abbiamo provato ad esprimere la nostra posizione in commissione Affari Istituzionali. E’ un ddl che ha una storia troppo lunga per dire che siamo d’accordo su questo e quel argomento. Su certi temi, come la parità di genere, abbiamo chiesto di allinearci con il piano nazionale, raggiungendo quindi una quota al 40%. Purtroppo la Regione non sembra starci. Nel ddl si parla di tutto tranne che degli adeguamenti delle indennità o delle questioni che riguardano gli amministratori locali“.

La crisi dei comuni siciliani

Fatto per il quale dall’Anci Sicilia filtra qualche perplessità, soprattutto guardando al generale stato di crisi degli enti locali siciliani. “E’ un ddl che ci lascia indifferenti – sottolinea Amenta -. I temi che pongono sull’assessore aggiuntivo o sul consigliere supplente sono richieste mosse dai singoli comuni e non fanno parte di un discorso complessivo. Questo disegno di legge viene calato in un contesto nel quale 250 comuni non hanno approvato il consuntivo 2023, con rischio di disavanzo e relativo dissesto finanziario. E poi ci sono comuni che non hanno approvato il bilancio di previsione 2024. Quello dell’assessore in più o del consigliere supplente sono temi che certamente interessano i comuni, ma in un contesto come questo non sono la priorità“.

“Assessore in più? Si se a costo zero per i comuni”

E, a proposito di urgenze, Paolo Amenta indica una serie di elementi da attenzionare per i comuni siciliani. Ciò senza però sottovalutare la possibilità di avere un assessore in più per le amministrazioni, soprattutto se lo stesso sarà a costo zero. “Abbiamo difficoltà nel ricoverare i disabili psichici. Spendiamo 80 milioni di euro all’anno e ne spendiamo altrettanto sulle ASACOM delle scuole primarie e secondarie. Siamo travolti dai sovraccosti di energia e rifiuti. Su questi temi abbiamo chiesto di aprire il dibattito, ma si rimane fermi. Sul tema dell’assessore in più, visto che la Regione non mette soldi e che si parla di invarianza di spesa, perchè togliere autonomia ai comuni? E’ un aiuto operativo per i sindaci”.

Collegio dei Revisori e aumento soglia per mozione ai sindaci

L’esponente di punta dei comuni siciliani si sofferma poi anche sulla riformulazione dell’organizzazione del Collegio dei Revisori. “E’ una norma di commissione. Noi siamo per sorteggiare l’intero Collegio dei Revisori. Mi porrei invece il problema di mettere un solo revisore per i comuni fino a 15.000 abitanti, soprattutto in un periodo di crisi come questo. Siamo per ridurre al minimo le spese dei comuni“. C’è poi il sostegno alla norma che innalza la soglia per la mozione di sfiducia ai sindaci dei piccoli comuni. “Ritengo che sia una norma giusta. Garantisce l’equilibrio e la tranquillità di un’amministrazione di portare a termine il proprio mandato. Credo che possa essere considerata una norma giusta“.

Carenze e criticità del ddl enti locali

Paolo Amenta non nasconde però un po’ di amarezza su alcuni aspetti e su determinate carenze del ddl enti locali. “Non abbiamo posto condizioni sull’autonomia dei comuni. Abbiamo posto invece l’accento sulla necessità di dare più permessi a chi lavora all’interno delle amministrazioni. Noi non siamo gli autori che hanno proposto il 20% per la presenza di genere nelle Giunte Comunali. Abbiamo sempre detto che serve uniformità con il panorama nazionale. Ci aspettavamo che nella costruzione del ddl, oltre alla semplice audizioni, pensavamo che si metteva mano al CAL. Siamo l’unica regione che non ha il Consiglio delle Autonomie Locali. Speriamo che si apra un’altra stagione. Un’era in cui chi governa si domandi il perchè centinaia di comuni hanno difficoltà a chiudere i bilanci o il perchè ci sono milioni di euro non spesi per le politiche sociali“.

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