Per il quinto anno Palermo e il suo porto vestono i panni dei protagonisti tra le piazze che si affacciano sul Mare Nostrum. E’ andato in scena, al Marina convention center, “Noi, il Mediterraneo“. Il convegno chiude un cerchio aperto nell’ultima edizione dell’evento, ormai appuntamento fisso, circa dodici mesi fa. A ritmo sostenuto il porto ha cambiato il suo volto, tappa dopo tappa. Un impegno premiato dai grandi numeri e dai successi ottenuti. L’inaugurazione del molo trapezoidale e gli ultimi dati ne sono un esempio. Con oltre 930 mila passeggeri il porto di Palermo ha segnato un nuovo record e si guarda già al futuro con ottimismo: secondo le previsioni, nel 2024 sarà il quarto porto crociere a livello nazionale con oltre un milione di passeggeri.
All’importanza strategica dei trasporti marittimi e al rilancio della blue economy, tra gli argomenti si è aggiunta la nuova riforma dei porti. La normativa sta iniziando a prendere forma e ben presto potrebbe diventare realtà, introducendo importanti novità. Punti fondamentali, discussi anche oggi all’incontro, sono l’organizzazione delle Adsp e come sciogliere la matassa della burocrazia, con l’obiettivo di aprire le porte dal mare sul territorio italiano e rilanciarne la competitività. Per approfondire le questioni più da vicino, tra gli interventi c’è stato anche quello del viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi. “I porti sono un asset industriale fondamentale – ha dichiarato l’esponente del governo Meloni – e non possono essere trattati come carrozzoni pubblici o come enti pubblici. Devono potersi muovere con facilità, con rapidità, perché il mercato non ti aspetta“.
Ad accogliere i presenti, ancora una volta, è stato il padrone di casa Pasqualino Monti. Il presidente dell’Adsp del mare di Sicilia occidentale ha espresso la sua posizione, sottolineando come sia favorevole all’idea “di una Spa dei porti, ma è una mia idea personale. Io sono per creare uno strumento centrale di governo dei processi, che semplifichi le procedure amministrative delle singole autorità, un numero di autorità leggermente più esiguo o uguale a quello già esistente, ma con un livello di burocrazia decisamente inferiore e con la possibilità di sviluppare business“.
“Bisogna fare un po’ di sintesi – ha concluso Monti – tra coloro che hanno accettato l’invito a questa discussione per ragionare insieme su quale debba essere il futuro della portualità a livello nazionale. E’ un asset industriale fondamentale per il Paese, che muove quasi il 5% del Pil“.