“Tra qualche giorno organizzerò un incontro a Palermo con il sindaco di Messina e i vertici di Arisme e con il Dipartimento alle Infrastrutture per programmare le risorse già disponibili. Bisogna passare dalle parole ai fatti”. Così il presidente della Regione, Nello Musumeci, prende posizione sulla questione delle baracche di Messina e sulla necessità di stringere i tempi per le procedure di risanamento. “Per troppi anni si è fatto finta di niente – evidenzia Musumeci -. Togliere le baracche dopo 100 anni è una battaglia di civiltà che possiamo e dobbiamo affrontare con la massima risolutezza”.
“Noi non avevamo chiesto soldi al Governo nazionale – afferma sull’argomento il sindaco di Messina, Cateno De Luca – ma la possibilità, attraverso il riconoscimento dello stato di emergenza, di semplificare le procedure per operare con maggiore rapidità e incisività a fronte di un grave problema che si protrae da oltre 100 anni. Nei cassetti della Regione ci sono 42 milioni fermi da quasi 28 anni e ci sono altri 83 milioni che erano stati tolti e vanno restituiti, ed inoltre 45 milioni erano stati da me sbloccati per Messina nel periodo in cui ero deputato. Devo ringraziare il presidente Musumeci per il suo impegno concreto e fattivo su questa emergenza, perché con il suo supporto abbiamo costituito l’Agenzia per il Risanamento e stiamo andando avanti in piena sinergia, mentre il Governo e i ministri che avevano preso impegni ci hanno lasciati da soli”.
Stando alle stime fatte dal primo cittadino di Messina, per risolvere l’atavica emergenza delle baracche occorreranno circa 200 milioni di euro, di cui 20 circa li ha reperiti il Comune di Messina, mentre la Regione Siciliana contribuirà per la rimanente parte. Ammontano a 60 milioni le attuali economie, mentre 80 milioni circa sono le somme secondo De Luca “illegittimamente sottratte dall’originaria dotazione della legge 10/90“, e 40 milioni di euro è l’ammontare dei fondi Poc della legge di stabilità regionale del 2018. “Il risanamento – ribadisce De Luca -, oltre ad essere una delle nostre priorità è anche una guerra di civiltà”.