Risolto dalla squadra mobile e dalla procura di Palermo l’omicidio di Francesco Manzella, lo spacciatore assassinato con un colpo di pistola nei pressi del carcere di Pagliarelli nella notte fra il 17 e il 18 marzo.
La polizia ha arrestato un uomo, Pietro Seggio, 42 anni, gestore di una pizzeria in via Molara, che sarebbe l’autore del delitto. Secondo gli investigatori, Manzella, 34 anni, era un piccolo spacciatore e lavorava in proprio. All’origine del delitto ci sarebbe un debito non pagato: la vittima, infatti, avrebbe preteso con forza da Seggio il pagamento di alcune dosi di droga, che il quarantaduenne aveva acquistato tempo prima ma non aveva ancora pagato.
Proprio per questa ragione, i due si sarebbero dati appuntamento in quella strada appartata, ma Seggio non avrebbe esitato a uscire una pistola e assassinare il pusher con un colpo alla nuca.
Il presunto assassino è stato individuato dagli agenti della squadra mobile di Palermo attraverso l’analisi dei tabulati e degli sms tra i clienti di Francesco Manzella, l’uomo di 34 anni che dopo furti e rapine aveva iniziato a spacciare cocaina.
Giovanni Castronovo, legale di Seggio ha detto: “Ho incontrato il mio cliente nel mio studio martedì scorso, dopo che gli hanno notificato un avviso di garanzia. Si è professato innocente, mi ha ribadito che lui con questo omicidio non c’entra nulla. Non conosco ancora il provvedimento di fermo e non so quando sarà previsto l’interrogatorio davanti al gip“.
L’uomo avrebbe raccontato di aver contattato la vittima nel pomeriggio e la sera per avere della cocaina che gli sarebbe stata consegnata verso le 22.30 vicino al suo locale. Ha poi spiegato cosa avrebbe fatto fino a mezzanotte inoltrata. I poliziotti hanno in seguito ascoltato i familiari di Manzella.
La moglie, che è stata anche intercettata, avrebbe raccontato alcuni particolari: i parenti di Seggio non volevano che lo spacciatore lo rifornisse di droga. Erano molto arrabbiati. Oltre ai danni psicofisici, per lui stavano sorgendo pesanti problemi economici. Il padre di Seggio lo avrebbe minacciato seriamente.
Gli investigatori hanno riascoltato il sospettato, che avrebbe modificato la propria deposizione e hanno anche interrogato alcuni impiegati del ristorante.
L’alibi di Seggio, basato sugli orari, avrebbe vacillato. I poliziotti hanno esaminato le immagini di una videocamera della zona che ha ripreso la Fiat intestata alla madre del presunto assassino e hanno messo nero su bianco gli orari degli spostamenti e dell’utilizzo del pc di Seggio. I tempi combaciano, infatti, il presunto assassino avrebbe avuto tutto il tempo di andare in via Costa, uccidere lo spacciatore che lo assillava per il debito e poi tornare in pizzeria. Seggio, peraltro, sa maneggiare le pistole: ha il porto d’armi e due rivoltelle.