“In questi giorni si è scatenata una surreale accusa sulla nostra città, abbrancata dall’overtourism. Si parla, si commenta, presenziando a trasmissioni televisive nazionali, senza avere una profonda conoscenza del fenomeno. Pur comprendendo le giustificate esasperazioni di coloro che in Ortigia ci vivono, ai quali va la nostra solidarietà, delusi dalla governance cittadina per il mancato ascolto e confronto, con spirito costruttivo poniamo a essi, alcune domande: siamo sicuri che il sabotatore di Ortigia sia il brulicante turismo e che esso deprima la vivibilità dei residenti?”. Se lo chiede Giuseppe Rosano, presidente di Noi Albergatori Siracusa, che spiega: “Più volte siamo intervenuti con una posizione netta e incondizionata a difesa dell’antropologia della residenzialità degli ortigiani i quali, insieme ai pochi artigiani rimasti, devono essere incoraggiati e favoriti a non abbandonare l’isola. Più volte abbiamo sollecitato il Comune a pianificare interventi strutturali per la salvaguardia della sacralità di Ortigia, ridotta, non nascondiamo di ammetterlo, in luna park”.
Rosano ricorda: “Più volte abbiamo indirizzato istanze agli amministratori locali di mettere in atto gli accorgimenti necessari per una gestione sostenibile del turismo, fornendo dati sulle previsioni di crescita dei flussi di viaggiatori che soggiorneranno a Siracusa nei prossimi anni. Potremmo continuare a lungo: ma a che serve? Ormai è pubblica a livello nazionale l’immagine di Siracusa-Ortigia “non vivibile” e a ciò si aggiunge la penosa indagine sulla qualità che relega la città aretusea agli ultimi posti della classifica. Va però chiarito che se c’è una “pressione turistica fuori controllo” non è colpa dei turisti. Se Siracusa è incapace di gestire il numero dei viaggiatori desiderosi di scoprire le bellezze e le potenzialità turistiche del gioiello Ortigia non è imperizia dei turisti. Se persiste la malamovida che disturba il sonno di residenti e turisti sino a tarda notte, senza alcun controllo, è sciatteria dei turisti? Se Ortigia è invasa da dehors, da venditori di paccottiglie, di commercianti che attaccano patacche sui muri storici di Ortigia, di stand, banconi che mercanteggiano di tutto, dai giri in barca a ogni genere di mercanzia e che invadono le strade ostacolando il libero transito pedonale è colpa dei turisti? Se esiste una scarsità di organico di polizia locale addetta al controllo è da imputare ai turisti? Se la nostra città ha una caotica viabilità e una perenne scarsità di parcheggi è imputabile ai turisti? Se le nostre zone balneari di Fontane Bianche e Arenella perdurano in uno stato di degrado, è responsabilità dei turisti? Se si è determinato un “modello di turismo privo di regole, che compromette la qualità della vita e l’equilibrio sociale nei centri storici” è imperizia dei turisti? Infine, la carenza di servizi, la mancanza di bagni pubblici, il riordino della Ztl, l'(in)decoro urbano, la raccolta dei rifiuti, la stessa sicurezza, è una funzione che spetta ai turisti”?
“È bene ricordare che Siracusa ha un rapporto di 9,5 di turisti per ogni abitante (dati 2024 a consuntivo: pernottamenti 1.212.678, abitanti 127.224). Assai sganciata dalle presenze turistiche delle principali destinazioni turistiche siciliane: Taormina ha un rapporto di 142 turisti per abitante, Cefalù 68. Città come Bolzano, Roma, Venezia, Firenze, tra 30 e 20 turisti per abitante. Tutte accomunate a reggere la propria economia sul turismo. Attendiamo, tuttavia, di apprendere, con dati certi, certificati dall’Istat, lo studio analitico che il Comitato Ortigia si propone di documentare, ipotizzando che “l’andamento del Pil turistico non comporta automaticamente un incremento del reddito e del benessere per la popolazione residente” (?). Un inattendibile paradosso, quello di presupporre che il turismo non apporti né ricchezza alla collettività, né nuovi posti di lavoro per i nostri giovani”, conclude Rosano.