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È durata trenta minuti l’operazione di trasferimento in volo da Trapani a Marettimo di uno dei rostri risalenti alla battaglia delle Egadi, recuperato nelle acque di Levanzo e ora esposto presso il Castello di Punta Troia, fortificazione situata sull’isola di Marettimo.
Il trasferimento è stato effettuato con un volo speciale di un elicottero HH139B dell’82° Centro Combat Sar dell’Aeronautica militare di Trapani-Birgi, alla guida del Comandante Angelo Mosca. La cassa contenente il reperto archeologico è stata imbracata con un sacco-rete. Il rostro è stato poi posizionato, con l’elicottero in hovering, sulla terrazza del maniero.
“Abbiamo celebrato un evento eccezionale, in un luogo meraviglioso, identitario per l’isola di Marettimo che sicuramente diventerà un museo fondamentale per l’arcipelago, collegato con il grande museo di Favignana e, si spera, presto, con quello di Levanzo”, ha detto il Soprintendente del Mare, della Regione Siciliana, Valeria Li Vigni Tusa, che ha assistito alle operazioni. Presente anche il sindaco di Favignana Francesco Forgione.
Il suggestivo castello di Punta Troia, che sorge sull’isola di Marettimo, la più occidentale delle Isole Egadi, che sorge sull’omonimo promontorio, è una tappa fondamentale per turisti e coloro che decidono di visitare Marettimo.
Vi consigliamo quindi di dedicare qualche ora del vostro tempo alla visita di questo sito, che vi darà la possibilità di conoscere il passato di Marettimo, di capirne meglio il presente e come se non bastasse vi regalerà un panorama da cartolina.
Il castello di Punta Troia sorge arroccato su un promontorio che svetta sul mare a 116 metri di altezza. Dista a circa 3,5 km dal paese ed è raggiungibile percorrendo un sentiero sterrato. Passeggiata ideale per chi ama la montagna, comodamente raggiungibile in barca per chi non desidera faticare in vacanza.
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Il Castello è oggi raggiungibile tramite un sentiero scosceso che percorre la stretta lingua di terra che lo collega al resto dell’isola. È inoltre possibile arrivare al castello in barca, con l’ausilio di una delle guide locali.
L’edificio è perfettamente restaurato e visitabile anche all’interno, e si snoda su due piani, quello inferiore costituito da un solo ambiente e da una scalinata che conduce al piano superiore a cui si accede tramite una sorta di androne e, attraverso un piccolo passaggio, si accede ad una piccola scalinata che porta ad un terrazzamento dove vi sono diverse stanze. Il Castello ospita nelle sue sale un piccolo Museo delle Carceri di Punta Troia e una sede dell’Osservatorio marino, denominato “Foca Monaca”, che ha lo scopo di monitorare l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi.
La storia del Castello di Punta Troia è affascinante: venne costruito per opera dei saraceni nel IX, i quali lo adibirono a torre di avvistamento sul mare. È però soltanto nel XVII sec. con gli spagnoli che il castello conosce la sua attuale forma.
L’area del castello che merita particolare attenzione è quella che venne definita “la tremenda fossa”. Venne costruita dagli iberici inizialmente come cisterna per la raccolta dell’acqua ed in un secondo momento fu svuotata e trasformata dagli stessi in prigione. Era un luogo tremendo, citato nei diari di diversi prigionieri, dissidenti politici, che ne danno una descrizione accurata: profonda circa sette metri, senza porte o finestre. I prigionieri venivano calati dall’alto con delle corde e poi la fossa veniva chiusa con un blocco di pietra.
Al suo interno i carcerati avevano i piedi legati con delle catene e vivevano nella quasi totale mancanza di aria e luce.
Questo luogo orribile venne chiuso da re Ferdinando II nel 1844. Durante le due guerre mondiali il castello fu usato come presidio militare e successivamente abbandonato.
Un gioiello ristrutturato e restituito alla società ed è il testimone della lunga e travagliata storia di quest’isola.
Al castello di Punta Troia si può arrivare percorrendo il sentiero realizzato dalla Forestale, anche se non è molto adatto per i bambini, è senz’altro l’ideale per chi ama le passeggiate nei sentieri di montagna. La via più facile e breve per raggiungere il castello è comunque in barca, con una delle guide locali.