Fino a qualche tempo fa Ernesto Maria Ruffini era conosciuto come “Mr. Tasse” a causa dell’impegnativo e non semplice ruolo di direttore dell’Agenzia delle Entrate, adesso l’aura di sceriffo di Nottingham prova a far posto a quella di “Federatore”, così come è stato eletto dalla stampa, ovvero di potenziale leader della Margherita ormai appassita, di quel centro alleato alla sinistra così frammentato e da anni senza rilevanza nel Paese.
Non sappiamo ancora se Ruffini sarà uno dei tanti fuochi di paglia della politica o sarà un novello Prodi, di certo c’è che il dimissionario direttore dell’Agenzia delle Entrate è in qualche modo legato alla Sicilia e a Palermo.
Nel Capoluogo siciliano Ruffini è nato il 21 giugno 1969 e Palermo a quel tempo era la roccaforte del potere dei Ruffini, una famiglia di origine mantovana che arrivò in Sicilia grazie al potente Cardinale Ernesto Ruffini che fu Arcivescovo di Palermo e Primate di Sicilia dal 1947 al 1967. Il Cardinale Ruffini segnò decisamente la vita della Chiesa palermitana e siciliana soprattutto nel rapporto con la politica dove fu protagonista del collateralismo tra la Chiesa e la Democrazia Cristiana e proprio in nome di questo collateralismo il nipote del Cardinale, l’avvocato mantovano ed ex partigiano Attilio Ruffini, si trasferì a Palermo nel 1955 dove continuò ad esercitare la professione forense e costruì la sua carriera politica: la circoscrizione XXIX che comprendeva Palermo e il resto della Sicilia occidentale divenne facilmente il suo collegio elettorale dove Attilio Ruffini fu eletto alla Camera dei Deputati sotto le insegne dello Scudocrociato ininterrottamente dal 1963 al 1987. Il cursus honorum di Attilio Ruffini è stato notevole: due volte sottosegretario nei governi Rumor e Andreotti, fu anche ministro dei Trasporti, della Marina Mercantile, della Difesa e degli Esteri nei governi presieduti da Andreotti e Cossiga.
Il successo, soprattutto quello elettorale , oltre che per l’illustre zio porporato e per le indubbie doti intellettuali di Attilio Ruffini, arrivò probabilmente anche per un matrimonio “azzeccato” che imparentò i Ruffini con una delle illustri famiglie politiche palermitane, i La Loggia. Attilio Ruffini infatti sposò Zina Maria La Loggia, figlia di Giuseppe, allora Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, e poi a capo del Governo Regionale.
I figli dei coniugi Ruffini – La Loggia, Paolo e appunto Ernesto Maria nacquero entrambi a Palermo. Paolo, classe 1956, giornalista, ha ricoperto ruoli importanti in molti quotidiani italiani e in Rai e oggi prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede. I due fratelli però lasciarono presto Palermo per vivere e studiare a Roma vicino al padre impegnato nella vita politica.
Se i natali palermitani di Ernesto Maria Ruffini forse sono poco noti, sono invece evidenti i legami con un altro illustre palermitano: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Non solo perchè i Ruffini furono un nome di rilievo in una galassia democristiana dove Piersanti Mattarella prima e Sergio poi erano punti di riferimento ma perché Ernesto Maria è cresciuto nell’ambiente politico-culturale del cattolicesimo democratico come testimonia la sua ultima fatica editoriale: Uguali per Costituzione. Storia di un’utopia incompiuta dal 1948 ad oggi, ovvero, come scrive nella prefazione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “il racconto di come noi italiani siamo stati capaci di riempire di contenuto e spessore una parola speciale, impegnativa: uguaglianza“.
Più cattolico democratico di così, non si può, ma la strada di “Federatore” del centro del centro-sinistra sembra ancora lunga e piena di ostacoli (e invidie).