“Mi sorprende che ancora venga additato quale uno dei possibili beneficiari della norma così definita “salva-ineleggibili“, sebbene si tratta di una norma che, se fosse stata approvata, non avrebbe procurato nessuna agevolazione personale. Per il mio procedimento d’Appello ho già presentato entro i termini di legge la memoria difensiva e quindi null’altro avrei potuto aggiungere”.
Lo chiarisce Nicolò Catania, capo gruppo vicario all’Ars, più volte additato come uno dei deputati interessati alla questione. Attualmente i deputati regionali coinvolti in procedimenti pendenti sono 4: oltre Catania c’è Dario Daidone, Giuseppe Catania (FdI) e Davide Vasta (Sud chiama nord).
“L’emendamento che il nostro capogruppo Giorgio Assenza ha presentato in aula riguarda l’interpretazione autentica di una legge del 2007 che reintroduce una norma della legge 29 del 1951, che, a sua volta, presenta dubbi di interpretazione anche alla luce di recenti sentenze tra loro contrastanti. La nostra, cioè quella del partito FdI, è stata una presa di posizione a garanzia del diritto dell’elettorato passivo costituzionalmente garantito – continua Catania – la discussione su questa norma era stata già avviata nell’autunno scorso attraverso le regolari procedure parlamentari fino alla votazione dell’aula, che se l’avesse votato favorevolmente, ripeto ancora una volta, non avrebbe aggiunto nulla alle argomentazioni difensive già depositate nella mia causa pendente”.