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“Salvò la vita ad Antoci”, promozione per Daniele Manganaro

sabato 20 Giugno 2020

Si è concluso l’iter che ha portato all’avanzamento di grado, per merito straordinario, del Vice Questore Aggiunto Daniele Manganaro, promosso alla qualifica di Primo Dirigente della Polizia di Stato.

Manganaro, unitamente agli uomini della scorta, sventò, nel 2016, un terribile attentato di mafia nei confronti dell’allora presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, rispondendo con il fuoco contro gli attentatori e mettendoli in fuga. Dopo il parere favorevole della Commissione Centrale per le Ricompense, che si era riunita il 29 gennaio 2020, chiedendo anche l’attribuzione della Medaglia al valor Civile, oggi si chiude l’iter previsto dalle norme.

Anche gli altri Poliziotti coinvolti nel conflitto a fuoco hanno ricevuto la promozione per merito straordinario e tutti con la seguente motivazione: “Evidenziando eccezionali capacità professionali e straordinario senso del dovere, ingaggiava, incurante del pericolo, un conflitto a fuoco con alcuni malviventi, salvando la vita al Presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi fatto oggetto di un attentato di stampo mafioso. Chiaro esempio di abnegazione e coraggio“.

LE PAROLE DI GIUSEPPE ANTOCI

La storia della Polizia di Stato è stata scritta da uomini che con le loro azioni e con il loro spirito di abnegazione hanno contribuito alla sicurezza dei cittadini dello Stato Italiano, assumendo spesso la figura di “Eroi”. Questi sono i miei “Eroi”, i miei “Angeli Custodi”, quattro giovani che mi hanno salvato la vita, rischiando la loro, riportandomi a casa vivo dalla mia famiglia“.

Queste sono le parole di Giuseppe Antoci, presidente onorario della Fondazione Caponnetto ed ex Presidente del Parco dei Nebrodi, che quella notte subì quel gravissimo attentato.

Oggi voglio ringraziare e fare gli auguri al Dottor Daniele Manganaro – continua Antoci – che con la sua determinante azione, quella notte, ha salvato la mia vita ma che ha anche  contribuito a colpire duramente la mafia nel territorio nebroideo, specializzandosi nella lotta alle agromafie“.

I colpi di fucile, le lacrime, le urla di quella tremenda notte hanno segnato indelebilmente la mia vita e quella degli uomini della mia scorta, loro che, salvandomi la vita, mi hanno permesso di continuare a lottare contro le mafie producendo anche atti normativi oggi di valenza europea“.

Ringrazio di cuore il Capo della Polizia Prefetto Gabrielli – continua Antoci – che in questi anni, da grande Uomo dello Stato, non ha mai fatto mancare il suo appoggio, dimostrando sempre vicinanza ed attenzione. Non posso non ringraziare ancora il Direttore Giuseppe Cucchiara, già Questore di Messina e il Sostituto Procuratore della DDA di Caltanissetta Roberto Condorelli, che avendo capito il rischio che stavo correndo hanno attivato, insieme al Prefetto Trotta e al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, tutte le misure di protezione che mi hanno poi consentito di rimanere in vita. Con loro il Prefetto Maria Carmela Librizzi che sovraintende con attenzione alla mia sicurezza. Penso oggi anche a Tiziano Granata, uno dei Poliziotti che quella notte, insieme agli altri, mi ha salvato la vita e purtroppo prematuramente scomparso“.

 

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