Eseguito al Centro Trapianti del Policlinico di Catania, in collaborazione con l’Azienda ospedaliera Cannizzaro, il primo trapianto di utero in Italia.
L’equipe composta dai professori Pierfrancesco e Massimiliano Veroux, Paolo Scollo e Giuseppe Scibilia ha effettuato il delicato intervento su una paziente di 30 anni alla quale è stato trapiantato l’organo.
La donna, siciliana, è in buone condizioni di salute.
“È un motivo di grande orgoglio per la sanità di tutto il nostro Paese. La testimonianza stessa di un miracolo ‘umano’ che restituisce vita grazie al gesto di estrema generosità di una donatrice. Ai medici e a tutti i professionisti impegnati in questa impresa, i complimenti ed il ringraziamento di tutto il governo regionale e del popolo siciliano”, ha commentato il presidente della Regione, Nello Musumeci.
Gli fa eco l’assessore alla Salute, Ruggero Razza: “Una grande sinergia tra Centro Nazionale e Regionale dei Trapianti, Sistema sanitario regionale e, soprattutto, reso possibile per la grande competenza e capacità che i medici siciliani riescono ad esprimere, a livelli altissimi”.
Riferendosi alle strutture ospedalieri siciliane e al fenomeno del cosiddetto ‘turismo sanitario’ verso il Nord Razza poi sottolinea: “La migrazione non incide oltre 7% ed è in costante decrescita. Speriamo si prosegua così. Perché non siamo secondi a nessuno“.
“EVENTO STORICO PER L’ITALIA”
“Un evento storico” per l’Italia: il Centro Nazionale Trapianti (Cnt) definisce così il primo trapianto di utero eseguito in Italia, nel Centro trapianti del Policlinico di Catania in collaborazione con l’Azienda ospedaliera Cannizzaro, realizzato dopo una ricerca durata 14 mesi e che ha coinvolto tutta la Rete trapiantologica nazionale.
Realizzato sulla base di un protocollo approvato dal Centro nazionale trapianti nel giugno 2018, l’intervento è stato eseguito su una donna nata priva di utero a causa della rara malattia congenita chiamata sindrome di Rokitansky.
La donna che per prima in Italia ha ricevuto un trapianto di utero è in buone condizioni, ma ci vorranno alcuni giorni per poter stabilire se l’intervento è effettivamente riuscito. “In questo momento – rileva il Cnt – le condizioni della paziente sono buone e vengono strettamente monitorate. Sarà necessario attendere alcuni giorni per una valutazione effettiva della piena riuscita del trapianto”.
L’obiettivo previsto dal protocollo sperimentale, informa il Centro Nazionale Trapianti, è ottenere una gravidanza della paziente trapiantata. Il primo passo in questa direzione è la riuscita del trapianto dell’organo da un punto di vista funzionale.
Almeno un anno dopo l’intervento, una volta stabilizzato il quadro clinico, il protocollo prevede l’avvio di un percorso di procreazione medicalmente assistita. Se la gravidanza procederà positivamente, si prevede di arriva al parto tramite il taglio cesareo. A nascita avvenuta, si prevede di rimuovere l’utero chirurgicamente per evitare che la donna debba essere ulteriormente sottoposta alla terapia immunosoppressiva necessaria a evitare il rigetto dell’organo.