Santa Flavia (PA), restaurato il baldacchino monumentale. Scarpinato: “Restituiamo un bene alla comunità e preserviamo la memoria”
Redazione
mercoledì 18 Giugno 2025
Francesco Paolo Scarpinato
Conclusi i lavori di restauro del baldacchino monumentale della basilica soluntina di Sant’Anna a Santa Flavia, in provincia di Palermo. Gli interventi, suddivisi in due lotti finanziati dall’assessorato regionale dei Beni culturali per un importo complessivo pari a oltre 132 mila euro, sono stati eseguiti dalla ditta Comes di Catania su progetto redatto dalla Soprintendenza dei beni culturali di Palermo.
“Ogni volta che restituiamo un bene alla comunità – dice l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato– compiamo un gesto che preserva la memoria e l’identità di un luogo. Interventi come questo, non solo salvaguardano opere di valore dall’usura del tempo, ma custodiscono le nostre radici e trasmettono alle future generazioni la cultura e l’identità dei nostri territori”.
Baldacchino prima del restauro
Particolare del Baldacchino
Baldacchino dopo il restauro
La prima parte dei lavori ha riguardato la conservazione strutturale del baldacchino. Attacchi di termiti e altri insetti xilofagi, infatti, avevano compromesso la stabilità della struttura, rendendo indispensabile il consolidamento statico dell’intera opera. Successivamente, si è proceduto alla riconfigurazione plastica delle parti mancanti e alla ricollocazione di elementi decorativi che si erano staccati dalla loro collocazione originaria. Per valorizzare il prezioso bene culturale, unico nel territorio, è stato redatto un secondo progetto che ha permesso il completamento del restauro estetico del baldacchino. Con questo intervento, attraverso la rimozione degli scialbi e la reintegrazione cromatica delle pitture e delle dorature, si è riportata alla luce la preziosa decorazione originaria caratterizzata da finti marmi e dorature.
La storia
L’imponente baldacchino realizzato alla fine del XVIII secolo, è opera della collaborazione tra il maestro lignario palermitano Domenico Di Stefano e il decoratore Antonio Pellegrino. L’opera, pur essendo realizzata in legno, emula con verosimiglianza, attraverso laccature e dorature, il marmo e il bronzo dorato. L’ideazione viene tradizionalmente ascritta all’architetto neoclassico Antonio Interguglielmi che sviluppò motivi decorativi tardobarocchi. Dal punto di vista architettonico-decorativo il manufatto, alla lontana, appare ispirarsi al grande baldacchino di Gian Lorenzo Bernini in San Pietro in Vaticano. Nel primo quarto del XX secolo un intervento aveva nascosto, sotto un consistente strato di cementite industriale, le laccature e le dorature che conferivano preziosità all’opera, forse per nascondere eventuali mancanze o per conferirgli una maggiore sobrietà.
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