Il messaggio pontificio è stato diramato intorno a mezzogiorno mentre a Palermo la conferenza stampa del festino con l’Arcivescovo Lorefice e il sindaco Lagalla era alle battute finali. Papa Francesco non ha usato mezzi termini e rivolgendosi ai fedeli palermitani che si apprestano a celebrare il 15 luglio il 400esimo anniversario del ritrovamento delle Reliquie di Santa Rosalia e parla chiaramente di “problematiche dolorose” che “ostacolano la rinascita della città”.
Nel messaggio che il Pontefice ha indirizzato all’Arcivescovo di Palermo ci sono però anche parole di incoraggiamento, rivolte in particolare alla Comunità ecclesiale: “Chiesa di Palermo alzati! Sii faro di nuova speranza, sii Comunità viva che rigenerata dal sangue dei Martiri dia testimonianza vera e luminosa di Cristo nostro Salvatore. Popolo di Dio in questo lembo di terra benedetto, non perdere la speranza e non cedere allo sconforto”.
Un messaggio importante con cui il Papa ha voluto far sentire la propria vicinanza alla Chiesa palermitana nel quarto centenario del ritrovamento delle reliquie della Santuzza, una vicinanza che si manifesterà anche nella presenza a Palermo il prossimo 15 luglio del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, che presiederà il solenne Pontificale nella Cattedrale di Palermo in occasione della festa liturgica di Santa Rosalia.
E ieri a far eco alle parole di Papa Francesco è stato l’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice che alla presentazione del programma ha chiamato le problematiche dolorose per nome: “Rosalia è la speranza di una città ferita dalla violenza, dalla diffusione della droga, dalla disoccupazione, dalle degradate periferie urbane e spirituali, da un centro storico che rischia di essere un grande pub. Ma non basta la convivialità gastronomica, si deve offrire anche la convivialità spirituale”.
E poi l’appello di Lorefice ai palermitani che “hanno il privilegio di vivere a Palermo” a “vivere Palermo nel modo più onorevole possibile” perché “se si dimenticano responsabilità e corresponsabilità, la città non si sviluppa ma perisce”.