Scioperano da ieri a Sciacca (Agrigento) i titolari delle quattro ditte private della città fornitrici di acqua tramite autobotte. Lamentano la riduzione della pressione decisa nei giorni scorsi da Aica (azienda pubblica che gestisce le risorse idriche in provincia) nelle linee del serbatoio comunale espressamente a loro destinate.
“Normalmente per rifornire il singolo automezzo sono necessari tra 3 e 10 minuti, ma con la riduzione della pressione adesso ci vuole più di un’ora, così non riusciamo a fare fronte alle richieste della gente”, dice Agostino Montalbano, uno dei promotori della protesta. Col recente razionamento dell’acqua i turni di distribuzione al momento si sono allungati, e non sono poche le utenze che non riescono ad accumulare il fabbisogno nelle cisterne. Lamentele provengono anche dai residenti degli edifici residenziali, con gli amministratori di condominio i quali, se prima fronteggiavano l’emergenza idrica col servizio autobotti, adesso non possono più farlo. Ma ci sono anche alcuni residence turistici non collegati con la rete idrica e che possono funzionare esclusivamente con la fornitura di acqua tramite autobotti.
“Se continua così queste strutture questa estate resteranno chiuse”, aggiunge l’amministratore di condominio Calogero La Bella. I manifestanti hanno chiesto di essere ricevuti dal sindaco Fabio Termine. Un dirigente di Aica ha evidenziato che la crisi idrica c’è per tutti, quindi anche per i fornitori privati. E nella città di Agrigento, dove il turno di distribuzione idrica in qualche caso arriva dopo dieci giorni dal precedente, un gruppo di cittadini ha promosso una manifestazione di protesta in programma sabato mattina, con una marcia popolare che muoverà da Porta di Ponte e che si concluderà in piazza Pirandello, sede del palazzo municipale. In qualche balcone del capoluogo, al posto dei panni, sono state stese bottiglie di plastica e bidoni vuoti, così come si riproducono manifesti con la scritta “Vinni l’acqua?”.