“Si vuole risparmiare ma ancora una volta a farne la spesa sarà la scuola“. Queste le parole di Giovanni Portuesi presidente regionale del sindacato Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori).
“Purtroppo non si tratta certamente di una novità. La drammatica contrazione delle natalità ci trascina in una prospettiva secondo cui avremo sempre meno studenti nelle nostre scuole. Tutto ciò va ad aggiungersi ad i continui tagli alla spesa pubblica relativi all’istruzione. In molti casi non si tratta di veri istituti persi ma di una perdita di titolarità a causa di un accorpamento”.
Sì perché l’ultima norma contenuta nella nuova legge di bilancio prevede un accorpamento degli istituti con meno di 900 studenti. Una direttiva che consentirà di risparmiare sulle finanze dello Stato ma creando delle problematiche messe in luce dal presidente di Anief.
“Nel 2008 c’erano 12000 istituti poi siamo scesi ad 8000 ma, con la nuova norma in atto, è praticamente certo che ne perderemo almeno altri 1000, ed a farne le spese saranno ancora una volta le regioni del sud. Tutto ciò andrà ovviamente a discapito dell’offerta formativa. Senza contare che quando perdi una scuola perdi un posto di dirigente scolastico e dirigente amministrativo, oltre che si calcola si calcola circa 8-10 Ata per ogni istituto, per un totale di circa mille posti che spariranno venendo meno le segreterie.” prosegue.
Continua poi: “Dal punto di vista di una politica del lavoro non possiamo che essere in disaccordo con questa prospettiva. La Sicilia rischia di perdere 109 scuole a causa di questi accorpamenti. Una responsabilità che senza dubbio ricade sul governo Schifani che avrebbe potuto invertire questa tendenza“.
“L’attuale assessore all’istruzione Mimmo Turano, al tavolo del Dimensionamento e dell’Offerta formativa per l’anno seguente, aveva preso un impegno specifico con noi. Sedersi attorno ad un tavolo e ragionare su questo tema, instaurando un dialogo col governo nazionale per cercare di invertire la rotta cancellando la norma contenuta nella legge di bilancio. Una promessa non più mantenuta se non a parole. Dal tavolo del Dimensionamento di inizio 2023 infatti, non abbiamo più ricevuto notizie a riguardo da parte sua. Noi quindi non possiamo che rinnovare l’appello all’assessore e ricordargli la sua promessa”.
Alla domanda su quale potesse essere una soluzione a tutto ciò risponde: “Mantenere tutto com’è. La norma in vigore ancora per un anno consente un accorpamento solo per gli istituti con meno di 600 alunni. Noi eravamo riusciti con il ministro Azzolinna, al di là delle sedie a rotelle, a ridurlo a 500 come norma eccezionale, rinnovata infatti per 3 anni. Ci auguriamo quindi che si ritorni sui propri passi”.
Anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, durante il question time al Senato, dice la sua rassicurando che “il punto del dimensionamento scolastico è importante e delicato, la gran parte delle Regioni ha votato a favore della nostra proposta di dimensionamento e anche la Regione Abruzzo ha accolto favorevolmente i chiarimenti che abbiamo dato. Stiamo attuando una disposizione del Pnrr che prevede il dimensionamento e che abbiamo dovuto organizzare: se avessimo seguito la normativa vigente, che è molto rigida, avremmo avuto 149 istituzioni scolastiche in meno. In Italia ci sono 40 mila plessi scolastici, nessuno verrà chiuso. Non si tratta di chiudere scuole ma di razionalizzare le istituzioni giuridiche. Sono 860 le reggenze, le eliminiamo e razionalizziamo, facendo sì che l’offerta sul territorio sia coerente, le risorse rimarranno a quelle scuole e l’offerta, dato il coinvolgimento delle Regioni, si modellerà a seconda delle esigenze dei singoli territori”.