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Docenti e studenti a scuola di “identità siciliana”, per diffondere la storia e la cultura tradizionale della nostra Isola: è il tema della conferenza stampa tenutasi a Palazzo d’Orléans, nel corso della quale sono stati illustrati i risultati delle azioni avviate dal Governo Musumeci nelle scuole siciliane, al termine del tavolo tecnico istituito dalla giunta regionale.
Sono centinaia i docenti isolani coinvolti in attività formative e numerosi i progetti proposti dalle scuole per raggiungere l’obiettivo fissato dalla Regione Siciliana per promuovere “la valorizzazione e l’insegnamento della storia, della letteratura e del patrimonio linguistico siciliano nelle scuole di ogni ordine e grado”, come previsto da una legge regionale votata nel 2011 dal Parlamento siciliano , risultato di un’intesa culturale tra l’Università e l’amministrazione regionale.
“E’ essenziale che i nostri ragazzi nelle scuole imparino la letteratura italiana, é utile imparare le lingue straniere, ma è anche necessario che i ragazzi tornino a conoscere la lingua siciliana, nella sua storia e nella sua letteratura. E’ tornata materia nei processi didattici. – ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci a margine della conferenza stampa aggiungendo- Stiamo dando attuazione ad una legge già esistente da 10 anni e sostanzialmente mai applicata. Questo è l’obiettivo che avevamo fissato all’inizio della legislatura e che finalmente abbiamo raggiunto. Circa 300 docenti coinvolti, circa 200 scuole coinvolte di ogni ordine e grado siciliane hanno promosso e valorizzato la lingua siciliana”.
“Siamo soddisfatti perché stiamo recuperando il nostro patrimonio identitario, siamo un popolo internazionale. Non si può costruire il futuro se non si sa da dove proviene”, ha sottolineato il governatore Musumeci.
Si tratta di un altro traguardo raggiunto da questo governo, insieme all’attuazione della legge n.9 del 2011, per promuovere la trasmissione dei saperi a partire dal suo patrimonio linguistico. Sono quasi trecento i docenti siciliani coinvolti in attività formative e 105 i progetti proposti dai singoli istituti scolastici, con un investimento di circa 104 mila euro del bilancio della Regione che mette a frutto le azioni messe in campo dal presidente Musumeci, dall’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale e dal tavolo tecnico istituito tre anni. Coinvolti anche i rappresentanti dell’Università e delle scuole, quali Giovanni Ruffino e Giuseppe Barone, docenti universitari, il preside del liceo Umberto I di Palermo, Vito Lo Scrudato. All’incontro ha partecipato il deputato regionale Nicola D’Agostino, primo firmatario della legge regionale approvata nel 2011, che ha manifestato apprezzamento per il lavoro svolto da questo governo.
Capire i processi di inculturazione e acculturazione per insegnare la lingua siciliana è fondamentale, e prima di arrivare ai ragazzi bisogna arrivare ai docenti attraverso linee guida e corsi di formazione.
Due anni di elaborazione del progetto “Il lavoro del tavolo tecnico si è svolto in silenzio, ha realizzato la formazione di oltre 300 docenti, con la sottomissione di 105 progetti per lo svolgimento di attività ordinamentali”, ha detto Roberto Lagalla, l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, che ha poi tenuto a specificare rispetto alla lingua siciliana che “Non è l’insegnamento sbrigativo del dialetto siciliano, ma è la rappresentazione della cultura siciliana nei suoi aspetti etnoantropologici, linguistici e storici. Sono circa 200 scuole coinvolte a rappresentare l’identità siciliana che a me piace chiamare universo pluriverso della nostra Isola. in un tempo in cui nella stampa anglosassone si parla di glocale, la dimensione internazionale che dobbiamo dare alla cultura e alla formazione dei nostri giovani. Con questa iniziativa intendiamo valorizzare le radici della nostra Sicilia. Non è possibile conoscere la propria terra, la propria regione, se non si conoscono la storia e le radici, da queste possiamo costruire l’albero della comunità, della libertà, della civiltà.
Il tavolo tecnico presieduto da Giovanni Ruffino, composto da rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale, delle Università, delle scuole, dell’amministrazione regionale, ha predisposto specifiche linee-guida finalizzate all’attuazione della legge sulla valorizzazione dell’identità siciliana, presentate nel 2019 in occasione dell’anniversario dell’Autonomia regionale. Nella prima fase sono sono state individuate tre scuole polo per l’attuazione dei diversi programmi: il liceo Galileo Galilei di Catania, il liceo Ruggero Settimo di Caltanissetta e il liceo Umberto I di Palermo, quest’ultimo scelto anche come scuola-capofila del progetto e centro di spesa. Sono stati poi designati docenti referenti in numerose scuole, con il compito di informare sui percorsi formativi e promuovere ogni possibile attività.
Il progetto, tuttora in corso, si è sviluppato in tre fasi a partire dal mese di maggio 2019 e sino alla fine del 2020. In un primo momento oltre 130 docenti delle scuole siciliane sono stati coinvolti in attività formative, sulla base delle indicazioni contenute nelle linee guida. Nella seconda fase sono stati realizzati, a Palermo e Catania, due corsi di formazione tenuti da docenti universitari ed esperti, ai quali hanno partecipato circa 160 docenti da tutte le province siciliane, che sono diventati a loro volta formatori. Nella terza fase, infatti, questi docenti-formatori, opportunamente selezionati, sono stati impegnati in cinque corsi on-line, con oltre 200 partecipanti, con due focus sulle minoranze linguistiche galloitalica e siculo-albanese.
Un’attività di formazione “a cascata” che ha prodotto 105 progetti da attivare nelle scuole, attualmente all’esame del tavolo tecnico, che potranno essere incentivati e attuati nel prossimo anno scolastico. Tra le iniziative anche la produzione di tre pubblicazioni e di una piattaforma didattica “Un’isola da scoprire” (in via di implementazione) consultabile all’indirizzo www.identitasiciliana.org. Un contributo viene assicurato dal Centro di studi filologici e linguistici siciliani, anche attraverso l’opera enciclopedica “Lingue e culture in Sicilia” e l’istituzione della collana “Piccola Biblioteca per la Scuola” con i suoi nove volumi pubblicati, a supporto dei frequenti interventi nelle scuole.
Altro tema affrontato con l’assessore Lagalla è quello della ripartenza delle scuole: gli studenti siciliano torneranno a frequentare le lezioni in presenza. Infatti il via del prossimo anno scolastico in Sicilia è fissato per il 16 settembre 2021 concludendo il ciclo il 10 giugno 2022. È stato firmato da Roberto Lagalla, il decreto che fissa il calendario scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado operanti in Sicilia per l’anno 2021/2022. Mentre con un successivo provvedimento sarà modulato il calendario didattico delle attività formative in obbligo scolastico (IeFP), erogate dalle istituzioni formative accreditate.
Un altro anno in cui bisognerà fare i conti con l’evoluzione dell’emergenza pandemica. Il governo Musumeci sta già lavorando per garantire un anno sereno e di normalità a tutti gli studenti e al personale scolastico. “Nei prossimi giorni, insieme all’Ufficio scolastico regionale – dichiara l’assessore Lagalla – convocheremo una riunione per stabilire le modalità del rientro a scuola in presenza. Lavoreremo, coerentemente con quanto verrà stabilito dal Comitato tecnico scientifico nazionale, per garantire agli studenti un inizio d’anno in piena sicurezza”.
Nelle scuole i giorni di attività didattica saranno 207, oppure 206 se la festa del Santo Patrono locale ricade durante l’anno scolastico. Per le scuole dell’infanzia il termine delle attività educative è fissato al 30 giugno 2022. Le vacanze di Natale saranno dal 23 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022; quelle di Pasqua dal 14 aprile al 19 aprile 2022. Le istituzioni scolastiche possono stabilire la ulteriore sospensione delle lezioni, per un massimo di tre giorni. La ricorrenza del 15 maggio, festa dell’Autonomia Siciliana, sarà dedicata a specifici momenti di aggregazione scolastica per lo studio dello Statuto della Regione Siciliana e per l’approfondimento di tematiche connesse all’autonomia, alla storia e all’identità regionale.