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Il Governo Musumeci ha presentato a Palazzo d’Orléans, a Palermo, il Piano straordinario per il contrasto alla dispersione scolastica e alla povertà educativa per il triennio 2021-2023, da realizzare con la distribuzione di fondi e progetti messi in campo dalla Regione a favore delle scuole siciliane.
Si riduce il tasso di dispersione scolastica in Sicilia, passando dal 24,3%, nel 2018, al 19,4% oggi. A fornire il dato è stato il presidente della Regione, Nello Musumeci, nel corso della conferenza stampa alla quale erano presenti l’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla, Patrizia Fasulo dell’Ufficio scolastico regionale e al direttore del Dipartimento Antonio Valenti.
Quello della dispersione, ha detto Musumeci, “E’ un fenomeno sociale che riguarda essenzialmente le Regioni del Sud, e soprattutto le aree interne, prive di strutture culturali, di luoghi di aggregazione, aree interessate a inesorabili processi di spopolamento. Ecco perché abbiamo ritenuto di operare una serie di interventi impegnando anche risorse significative, circa 120 milioni di euro tra fondi comunitari, regionali e dello Stato”-
Non c’è dubbio – ha aggiunto il governatore dell’Isola– che questa drastica riduzione non ci basta, non siamo assolutamente convinti e appagati, infatti stiamo predisponendo per il 2022 un piano d’azione. Non siamo intervenuti solo nelle aree interne, ma anche nelle zone periferiche delle grandi città: un giovane che abbandona la scuola quasi sempre appartiene a famiglie con scarso livello culturale e poco abbienti. La povertà educativa è uno dei problemi con i quali le istituzioni dovranno fare i conti nei prossimi anni e noi siamo pronti a fare la nostra parte. Anche per quanto riguarda la omogeneità della dispersione scolastica c’è una sostanziale differenza tra le varie province e questo è un dato che stimola un approfondimento e una ulteriore analisi perché vogliamo arrivare alla radice delle cause, aldilà di quelle note e tentare di neutralizzarle”.
Si tratta di un piano straordinario con un plafond pari a 32,5 milioni di euro, somme afferenti a risorse regionali e ai fondi Fesr e Poc, per supportare gli istituti scolastici. Nel corso dell’incontro, l’assessore Lagalla ha annunciato che entro la fine del mese di gennaio sarà pubblicato un nuovo bando per l’edilizia scolastica finalizzato “Al miglioramento della vivibilità delle scuole con particolare riferimento alla realizzazione e riqualificazione di mense, palestre, biblioteche, laboratori, auditorium e altri spazi di fruizione comune”. Il piano ha come obiettivo anche “l’implementazione del tempo pieno e del tempo prolungato, la realizzazione di nuove strutture di fruizione comune e ambienti di apprendimento, sostegno alle autonomie scolastiche nella costruzione di collaborazioni con i soggetti territoriali che concorrano all’arricchimento dell’offerta educativa e allo sviluppo delle attività di orientamento”.
E ancora “L’attivazione – sottolinea l’esponente della Giunta Musumeci – di attività laboratoriali rivolte alle famiglie per il rafforzamento del patto educativo scuola-famiglia, diffusione tra i docenti della cultura della didattica per competenze e per saperi trasversali, individuazione della figura del mediatore/facilitatore in ogni istituzione scolastica, sviluppo delle consapevolezza individuale e dei prerequisiti utili a una scelta adeguata della scuola secondaria di secondo grado, consolidamento delle competenze di base e delle capacità cognitive, comunicative e relazionali”.
Per quanto riguarda un possibile slittamento della riapertura delle scuole, Musumeci ha dichiarato che “Faremo di tutto per garantire il ritorno a scuola in presenza, alla ripresa delle lezioni”. Tutto dipende, però, dall’andamento della curva pandemica.
“Dobbiamo guardare fino all’ultimo minuto la tendenza della curva epidemiologica. Ma no a fughe in avanti su un tema cosi’ delicato. Dobbiamo essere molto prudenti, aggiungendo “Occorre fotografare la realtà nel momento in cui si dovrà decidere, è un tema che sarà affrontato entro le prossime 24 ore e lo deciderà il governo nazionale d’intesa con la Conferenza delle regioni. Noi vorremmo che la scuola fosse l’ultimo spazio da chiudere ma non dobbiamo perdere di vista il diritto-dovere della sicurezza dei nostri figli. Nel pomeriggio ne sapremo di più”.
Musumeci ha evidenziato il rapporto proficuo che il governo regionale ha instaurato con il ministero dell’Istruzione “Dall’attuale ministro è arrivato un apprezzamento pubblico al nostro operato, l’impegno del governo non è passato inosservato a Roma”.
Il 13 luglio 2021 è stata sottoscritta un’intesa istituzionale tra la Regione Siciliana e il Ministero dell’Istruzione per la messa a sistema, nel rispetto delle competenze di ciascuna delle Parti e dell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche, di un quadro programmatico unitario delle azioni strategiche, che intervenga a sostegno delle politiche educative per il rafforzamento degli apprendimenti, per la riduzione della dispersione scolastica e per il contrasto delle povertà educative, al fine di favorire il più ampio esercizio del diritto allo studio.
Passando al piano straordinario, nella Regione Siciliana le attività di monitoraggio e contrasto della dispersione scolastica prevedono un’organizzazione multilivello che rispecchia sia la vastità del fenomeno, sia la complessità della normativa di settore e dei diversi ruoli istituzionali. La prematura uscita dal sistema scolastico e formativo degli alunni è legata, e ampiamente influenzata, dal contesto sociale in cui essi vivono. In particolare, i fattori che influiscono sulla dispersione scolastica sono rintracciabili, principalmente, nella povertà economica e culturale dei territori di appartenenza e delle famiglie di origine.
L’abbandono degli studi prima del diploma riguarda il 22,7% dei giovani i cui genitori hanno al massimo la licenza media; incidenze molto contenute di abbandoni, pari al 5,9% e al 2,3%, si riscontrano, invece, per i giovani rispettivamente con genitori con un titolo secondario superiore e genitori con un titolo terziario.
Il fenomeno della dispersione scolastica riconosce, in Sicilia, multipli fattori causali e precisamente: l’evasione dell’obbligo scolastico (2,6 %); abbandoni in corso d’anno (12,6%); mancato completamento dell’obbligo scolastico (7,1%); alunni con a.s. non convalidato per assenze (27,5 %); alunni non ammessi all’anno successivo o non licenziati (50,2%).
Nello specifico, l’Ufficio Scolastico regionale per la Sicilia, nell’ambito della propria attività istituzionale, attiva il contrasto tramite con una serie di interventi, quali il monitoraggio annuale del fenomeno di dispersione; la costituzione e il coordinamento di Osservatori provinciali contro la dispersione scolastica, insieme ad Osservatori di Area/Distretto; ripartizione di fondi accreditati all’USR.