“La legge prevede che bisogna essere autorizzati per poter attraccare, non possiamo far arrivare in Italia chiunque, le regole di un Paese sono una cosa seria”.
“Le persone sulla Sea Watch non sono naufraghi, ma uomini e donne che pagano 3.000 dollari per andar via dal proprio Paese. In Italia stanno arrivando, in aereo, migliaia di migranti certificate che scappano dalla guerra”.
“Spero che nelle ultime ore ci sia un giudice che affermi che all’interno di quella nave ci sono dei fuorilegge, prima fra tutti la Capitana. Se la nave viene sequestrata e l’equipaggio arrestato io sono contento”.
Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini in diretta a ‘Barba&Capelli’, in onda su Radio CRC.
Le soluzioni possibili, scartando ovviamente l’ipotesi che la Sea Watch si allontani da Lampedusa alla ricerca di un porto diverso, sono al momento due: quella prospettata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, vale a dire un accordo ‘diplomatico’ con l’Ue per la ridistribuzione dei 42 migranti che coinvolga Olanda e Germania, o un provvedimento di sequestro della polizia giudiziaria o dell’autorità giudiziaria che, come già avvenuto proprio per la Sea Watch ma anche per la nave di Mediterranea Saving Humans ‘Mare Ionio’, consentirebbe di far arrivare l’imbarcazione in porto e far scendere i migranti.
Al momento però, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, non è stata formalizzata alcuna denuncia né nei confronti della capitana Carola Rackete, che rischia oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina anche la contestazione del reato di mancato rispetto dell’ordine di arrestare l’imbarcazione da parte di una nave da guerra come già successe per comandante e capo missione della Mare Ionio, né dell’equipaggio. L’indicazione, sempre secondo quanto si apprende, è quella di attendere che la situazione si sblocchi per via diplomatica. Anche se, ragiona una fonte, “l’attesa non può essere infinita”.