Sono sbarcati tutti i passeggeri della Sea Watch 5. Il via libera è arrivato nel pomeriggio di oggi. Sulla nave, attraccata da lunedí al porto di Palermo, erano rimaste a bordo 32 persone (compreso l’equipaggio). L’imbarcazione inizialmente trasportava 49 migranti salvati nei pressi delle coste di Malta, alcuni dei quali bambini. A tal proposito, il Tribunale di Palermo aveva autorizzato lo sbarco di sei minori (5 non accompagnati e uno accompagnati) e di una decina di passeggeri. Nel primo pomeriggio odierno era stato concesso lo sbardo ad altre quindici persone. Esauriti tutti i controlli sanitari di rito, è arrivato il via libera per tutti i passeggeri. Di questi, un uomo risulta al momento ricoverato in ospedale.
L’equipaggio di Sea Watch: “Fateci sbarcare”
La nave avrebbe dovuto fare rotta verso il porto di Ravenna, ma le condizioni di salute precarie di alcuni naufraghi hanno richiesto un attracco di emergenza all’interno dello scalo portuale del capoluogo siciliano. Dal Comune di Palermo è arrivata immediata disponibilità di aiuto, di concerto con la Prefettura, per le attività di sostegno e per la consegna di beni di prima necessità. A seguire da vicino la situazione, per conto di Palazzo delle Aquile, è stata l’assessore Rosi Pennino. “Ieri mi sono recata personalmente sul posto – ha dichiarato –. Abbiamo consegnato dei generi alimentari freschi. Siamo a disposizione per qualsiasi necessità“. In mattina, il personale dell’Ong umanitaria aveva lanciato un appello alle istituzioni italiane. “Lo sbarco parziale è disumano e discriminatorio. Fate scendere a terra tutti, adesso“.
Sbarcano tutti i migranti
Solo nel tardo pomeriggio la Sea Watch 5 ha ricevuto il permesso, da parte delle autorità italiane, per lo sbarco di tutti i 32 uomini che erano rimasti a bordo della nave al porto di Palermo. “E’ arrivata la notizia della possibilità di sbarcarli tutti a Palermo, noi crediamo che questa fosse l’unica soluzione possibile – spiega Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch – I migranti sono arrivati in un porto sicuro già da un giorno e mezzo e sarebbe stato irragionevole e disumano procedere con uno sbarco selettivo e discriminatorio e imporre alle altre persone a bordo altri quattro giorni di navigazioni, fino al porto di Ravenna, imposto per pura vessazione politica nei confronti delle navi della società civile”.
