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Sono davvero pochi i sequel di successo. Quasi mai soddisfano le aspettative, quasi mai ottengono lo stesso favore del pubblico. Ecco perché “Pasqua in zona rossa- capitolo II”, al botteghino sarebbe un flop totale.
Metafora cinematografica a parte, questo nuovo lockdown pasquale che bissa il primo, l’inedito dello scorso 2020, mostra chiaramente i segni di insofferenza di chi vive ancora in piena pandemia.
La paura di un anno fa, lascia il posto alla rassegnazione, alla rabbia. Sembrano lontani i tempi in cui, l’unica regola era quella di restare a casa. L’atmosfera di oggi è decisamente cambiata anche perché, le regole sono cambiate. Aspettative e restrizioni sono diverse e non è un caso se c’è chi, nel rispetto delle nuove leggi, sa che in fondo, qualche libertà in più gli è concessa.
Certo, non mancano le contestazioni. Alcuni provvedimenti in particolare, ritornano spesso protagonisti delle critiche dei cittadini. Ad esempio, per i palermitani che abbiamo intervistato, resta incomprensibile che sia consentito viaggiare all’estero ma non di spostarsi da una regione all’altra. L’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza che introduce tamponi obbligatori e quarantene anche per chi viaggia tra paesi dell’Unione europea, è arrivata in zona cesarini. Oltre a certificare un’anomalia, il provvedimento ha raddoppiato i malumori, sollevando la protesta sia dei cittadini che degli operatori turistici. L’ordinanza sarà valida fino al 6 aprile ma nel frattempo, migliaia di italiani potranno comunque partire si immagina anche, per comprovate esigenze di diletto.
Il secondo provvedimento oggetto di critica, la scelta di chiudere o aprire alcune attività. Anche in questo caso, risulta incomprensibile che, nonostante moltissime attività legate alla ristorazione, palestre, cinema e teatri si siano organizzati da tempo per rispondere alle direttive anti Covid, si trovino ancora con le saracinesche abbassate del tutto o part time. A questo proposito, molte perplessità riguardano gli orari ridotti di bar e ristoranti. Per molti si tratta solo di una movida anticipata che non esclude assembramenti, mascherine abbassate e assenza di distanziamento sociale.
Insomma, in una Palermo surreale divisa tra voglia di normalità e incertezza, il lockdown resta una soluzione accettabile solo in parte e solo dopo la recente impennata di contagi. Per il resto, i provvedimenti in vigore vengono accettati ma con riserva e con una punta di ironia.