Avvisi di garanzia e sigilli per l’eliporto di Campobello di Mazara, nel trapanese. L’opera costata oltre 400 mila euro non era ancora operativa per la mancanza di alcune autorizzazioni (tra cui quelle dell’Enac) e la costruzione è stata ultimata nei mesi scorsi. Il provvedimento, disposto dalla procura di Marsala, è stato eseguito poche ore fa dai carabinieri di Mazara del Vallo e dai colleghi di Campobello di Mazara che hanno perquisito gli uffici le abitazioni di tre persone a cui sono stati inviati gli avvisi di garanzia: un dirigente, un funzionario del comune campobellese e Barbara Caramazza, rappresentante legale della Edilroad srl, con sede a Favara . L’opera prevedeva un cofinanziamento dall’Unione europea che avrebbe erogato l’importo a conclusione dei lavori.
L’inchiesta dei carabinieri trae spunto da uno sviluppo informativo su alcune presunte irregolarità riguardanti varie carenze nella realizzazione dell’opera, nonché nella fornitura dell’impianto elettrico necessario per l’illuminazione dell’eliporto e per l’atterraggio dei velivoli in orari notturni. L’impianto rientra all’interno del programma “Po Fesr 2007-2013 Obiettivo operativo 1.2.3.3 e riguardava la programmazione regionale della rete di infrastrutture eliportuali. Durante le indagini i carabinieri avrebbero riscontrato presunti illeciti commessi dai Direttori dei Lavori in concorso con la rappresentante legale della ditta agrigentina che adesso saranno a disposizione degli inquirenti.