In provincia di Catania, la nuova convenzione che affida a SIE la gestione del servizio idrico per 29 anni, oltre 2 miliardi di euro di lavori, ha innescato ricorsi e segnalazioni ad ANAC e ARERA; il TAR Catania ne ha censurato l’iter per possibili violazioni dei principi di concorrenza e per l’assenza di un piano d’ambito 2024-2027 valido. Nel frattempo, i Comuni applicano il metodo tariffario ARERA MTI-4, in un contesto percepito dai cittadini come poco trasparente, con il rischio di impatti su fondi PNRR e ritardi su acquedotti, fognature e depurazione.
L’eurodeputato Giuseppe Antoci (M5S) ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per informarla della situazione, chiedere la conformità con la legislazione europea e di attivarsi per assicurare tariffe trasparenti e salvaguardare gli investimenti a rischio.
“La qualità dell’acqua, la certezza delle regole e la trasparenza delle tariffe non sono diritti negoziabili – dichiara Antoci – serve fare chiarezza subito e dare certezze ai cittadini. Non è ammissibile che ritardi amministrativi o iter poco trasparenti – continua Antoci – mettano a rischio gli investimenti e i finanziamenti ad essi collegati“
“L’acqua è un bene comune – conclude Antoci – e pretendiamo che le regole europee siano applicate anche in Sicilia”



