Vittorio Sgarbi è un fiume in piena e torna a parlare della nota della presidenza dell’Ars, dei giorni scorsi, in cui si faceva riferimento alle sue possibili dimissioni, in concomitanza con la sua nomina a deputato della Camera, a fine mese.
“Ho fatto riferimento al patto tra galantuomini perché la mia nomina ad assessore è stata ponderata da Berlusconi, Ghedini e Musumeci, peraltro con una lettera sottoscritta da Berlusconi a Musumeci, quando si è valutato, sulla base dei sondaggi di Pagnoncelli, che le liste dei candidati di Rinascimento in tutti i collegi siciliani, che il Mir (il “Movimento in Rivoluzione fondato da Giampiero Samorì) tenacemente intendeva presentare, poteva raggiungere tra i 5 e i 7 punti percentuali, togliendoli tutti all’area del centro destra”.
“Nella situazione in essere al momento – continua – e con me candidato presidente, sarebbe stata la differenza a far perdere Musumeci e consegnare la Regione ai 5 Stelle”.
“Se ne desume che Musumeci, nel patto tra galantuomini, deve la sua vittoria alla mia scelta. Si può anche dimenticare, ma è un dato di fatto”.
“Il mio assessorato non è una sua scelta ma un accordo politico che va rescisso con la volontà delle due parti“. Poi Sgarbi precisa: “Non avrò da pretendere che il presidente debba nominare un assessore indicato da me, favorendo un’altra componente. Sono certo che sarà un siciliano e sarà di una parte politica. Per quello che mi riguarda, per il mio rispetto degli accordi e delle garanzie, l’assessore non potrà che essere di Forza Italia. Ogni altra scelta sarebbe un arbitrio politico”.