Si arricchisce di un’ulteriore puntata la “Sgarbi’s story” relativa alle vicende sorte intorno alla posizione del quasi ex assessore regionale ai Beni Culturali.
Sempre sulla cresta dell’onda mediatica, il critico d’arte non traligna dal trend di questi ultimi mesi che si è sviluppato sulla nuova moda del “mi dimetto a metà” o del “mi dimetto ma non subito”. La madre di tutte le supercazzole politiche è stata inaugurata da Matteo Renzi, poi è stato il turno del coordinatore regionale del Pd, Fausto Raciti, e adesso tocca a Sgarbi.
Dopo aver a lungo sostenuto che non si sarebbe dimesso, a meno che non gli fosse stato chiesto di andar via, e dopo aver dichiarato di essere stato cacciato dall’esecutivo, adesso Vittorio Sgarbi dice di voler rinunciare alla poltrona di Palazzo d’Orleans ed entro oggi presenterà le sue dimissioni.
Lo ha fatto durante un incontro con la stampa a Palermo durante il quale ha anche indicato il suo successore. “Darò le consegne a Sebastiano Tusa, il nome del mio successore che ho concordato con Gianfranco Miccichè, entro Pasqua. Spero sia lui ovviamente il nuovo assessore ai Beni culturali”.
Il critico d’arte ha fatto sapere di avere intenzione di consegnare entro oggi la lettera di dimissioni al capo di gabinetto dell’assessorato e ha attaccato il presidente della Regione, Nello Musumeci: “E’ un maleducato”, ha affermato, “con lui non ho intenzione di parlare più”. E ha indicato il suo successore: “Sara’ Sebastiano Tusa”, afferma, “l’ho indicato al presidente dell’Ars, Gianfranco Micciche. Entro Pasqua – ha affermato – firmerò tutte le carte e passerò a Tusa le consegne”.