Oggi si celebra la giornata mondiale delle foreste. Quasi la metà della superficie “verde” che abbracciava e proteggeva il nostro Pianeta, non esiste più.
Si stima, infatti, che rispetto ai 6.000 miliardi di alberi che popolavano la terra all’inizio della rivoluzione agricola, oggi ne restino circa la metà, 3.000 miliardi.
Solo la deforestazione produce dal 12% al 20% delle emissioni di gas serra e questo la rende una delle cause principali del riscaldamento globale. Questo l’allarme lanciato dal Wwf nella Giornata mondiale delle Foreste.
In un rapporto appena pubblicato dal titolo “Pandemie,” l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi”, il Wwf evidenzia in particolare che “i cambiamenti di uso del suolo e la distruzione di habitat naturali come le foreste sono infatti responsabili dell’insorgenza di almeno la metà delle zoonosi emergenti“.
“La deforestazione, spesso legata a pratiche illegali, agricoltura intensiva, zootecnia e cambiamenti climatici, sfocia nell’aumento esponenziale degli incendi“, sottolinea l’associazione ambientalista nel rapporto Foreste.
Dopo un 2019 di fuoco per Amazzonia, Bacino del Congo, Artico e Indonesia, l’inizio del 2020 ha visto l’Australia fronteggiare i roghi più catastrofici di sempre.
“Qui si stima che oltre un miliardo di animali siano morti nelle fiamme e più di 12 milioni di ettari siano andati in fumo. Non è più confortante la situazione dell’Amazzonia, dove abbiamo ormai perso più del 17% della superficie forestale e stiamo drammaticamente raggiungendo un punto di non ritorno (tipping point), che diversi autorevoli scienziati indicano intorno al 25% del complessivo ecosistema amazzonico distrutto: oltre questo punto le foreste non saranno più in grado di svolgere le loro funzioni ecologiche e potrebbero arrivare al collasso, lasciando dietro di séerosione, siccità e aride savane“.